ROMA, 28 MAR – Il rischio di un aumento della benzina per il ripristino della ”tassa sulle disgrazie” non incombe solo sui residenti nelle regioni colpite da calamita’ naturali, bensi’ su tutti i cittadini italiani. E’ quanto emerge dal maxi-emendamento al decreto semplificazioni su cui il governo ha posto la fiducia.
La tassa sulla disgrazie era stata tolta dalla Camera con un emendamento al decreto semplificazioni, nonostante il parere contrario del Tesoro attraverso il sottosegretario Gianfranco Polillo. La tassa prevedeva che le Regioni le quali devono fronteggiare le calamita’ naturali debbano reperire le risorse necessarie aumentando di cinque centesimi l’accisa regionale sulla benzina. La stessa tassa, introdotta da Tremonti nel Milleproroghe dell’anno scorso, prevedeva che tale meccanismo fosse adottato anche dallo Stato qualora si attingessero risorse al Fondo della Protezione civile per gli imprevisti. Nel frattempo la Corte costituzionale, con la sentenza numero 22 del 16 febbraio scorso, ha dichiarato illegittima la parte della normativa che riguarda le Regioni. Nel maxi emendamento del Governo viene espunto dal testo del decreto la modifica della Camera, e quindi torna in vigore la Tassa sulle disgrazie, ma solo nella parte non dichiarata illegittima da parte della Corte Costituzionale. La legge dunque prevede che, se una volta che si attinge al Fondo della Protezione civile, esso ”e’ corrispondentemente e obbligatoriamente reintegrato in pari misura con le maggiori entrate derivanti dall’aumento dell’aliquota dell’accisa” sulla benzina.
”La misura dell’aumento – dice la legge – comunque non superiore a cinque centesimi al litro, e’ stabilita con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle dogane in misura tale da determinare maggiori entrate corrispondenti all’importo prelevato dal fondo di riserva”. L’aumento quindi sarebbe su base nazionale e non regionale. Stamani in aula il ministro Patroni Griffi ha detto che si tratta di ”una copertura tecnica” e che non ci saranno aumenti delle accise della benzina. Ma a contraddirlo e’ la Ragioneria generale dello Stato in una relazione tecnica firmata da Mario Canzio, inviata alla commissione Bilancio del Senato, in cui si chiedeva di ripristinare la tassa sulla disgrazia. ”Tenuto conto della sentenza della Corte costituzionale – scrive Canzio – si determinerebbe una situazione di carenza di copertura finanziaria con riferimento al meccanismo di finanziamento delle emergenze. Infatti il Fondo per le spese impreviste, avendo un ammontare di risorse prestabilito in vigenza del meccanismo che si intende abrogare, non risulterebbe sufficiente a fronteggiare emergenze che si susseguono nel corso dell’anno”. Canzio spiega che nel 2011 le spese ”hanno superato il miliardo di euro”. ”Ad oggi – prosegue la nota del Ragioniere – per la chiusura delle emergenze verificatesi negli anni precedenti, le richieste delle amministrazioni coinvolte sono superiori alle risorse complessive del Fondo per le spese impreviste (600 milioni) e al Fondo nazionale per la protezione civile”.