Economia

Tasse bancarie, l’ultimo regalino di Conte, che sempre più si smarca dal Pd: solo per la campagna elettorale?

Tasse bancarie, l’ultimo regalino di Conte, che le ha aumentate, prima di cadere. Da quest’anno, per volontà dell’ex premier, gli istituti di credito dovranno dichiarare 42 miliardi di ricavi “fantasma“.

Cioè, dovranno dichiarare la bella cifra in più rispetto a quello che hanno effettivamente realizzato. Questa, al mio paese, si chiama “follia fiscale”.

Nessun altro Paese  lo ha fatto. Se Draghi non ci mete una pezza, la stangata si perpetuerà negli anni. Il centro studi Unimpresa ( L’Unione nazionale delle piccole imprese, sede a Roma) ha fatto due conti (rigorosi) ed ha scoperto che la gabola fiscale è di 12 miliardi all’anno . Una mazzata che va a sommarsi ai 18 miliardi di sofferenze; 3 miliardi in più in meno di un anno.

Tranciante il vice presidente Spadafora: “Si sta creando una preoccupante situazione che potrebbe essere aggravata dalla scadenza delle misure sulle garanzie di Stato. Per le imprese ci sarà una clamorosa emergenza di liquidità e per le famiglie si va verso un preoccupante scenario di dissesto “. I commercialisti sanno spiegare (a fatica) la creatività di Giuseppi che nel 2019, alla chetichella – col passo felpato di un cacciatore indiano – zacchete ha sciabolato il letale tratto di penna che peserà soprattutto sulle piccole e medie imprese italiane. In altre parole: le imprese italiane avrebbero avuto 68 miliardi di costi per interessi bancari che avrebbero potuto scaricarsi. No. Il Conte 1 ha varato le nuove regole. Una bella fetta di quei 68 miliardi (calcolati da Unimpresa) ben 42 non saranno scaricabili. Alla faccia di tutti i proclami  che infestano la campagna elettorale per le Amministrative di giugno.

TASSE IL VIZIETTO DI GIUSEPPI

Tassare e fingere il contrario. Le anime belle abboccano all’esca  come lucci. È capitato col “Conte 1”, è continuato col “Conte 2”. Ne sanno qualcosa, ad esempio, le società di scommesse sportive: tasse aumentate del 111%. Per un anno e mezzo hanno lavorato in perdita . Sai che gusto. Quando fu approvata la legge di bilancio 2021 disse tutto impettito, avvinto alla pochette: “Tutti paghino le tasse così da pagare meno”. Giusto, ben detto. E poi: “La manovra ha una impostazione di forte espansione, non prevediamo aumenti di tasse. È una scelta precisa, un impegno politico perseguito fino all’ultimo”. Il ministro della Economia Roberto Gualtieri è sobbalzato. Sappiamo come è andata.

LA STERZATA A DESTRA

Giuseppi vira a a destra. Senza però mettere la freccia. La riforma del catasto sta scuotendo la maggioranza. Il M5S ha votato col governo, Conte glissa. E dice: “Il M5S non vuole nessuna tassa patrimoniale o sulla casa””. Di più: si è schierato con le destre sul super green pass e sottolinea che “la situazione in netto miglioramento “. Per cui le ha cantate chiare a Supermario.

Sentite:”Ho chiesto a Draghi una revisione globale delle misure, in particolare l’obbligo di green pass rafforzato nei posti di lavoro per gli over 50”. Ha esultato Salvini: “Bene Conte, la Lega non è più sola”. Domanda inevitabile: torna l’asse Conte -Salvini? Lo smarcamento di Conte dal Pd (e di Salvini dalla Meloni) ha una precisa connotazione politica. Cioè, prendere voti agli alleati e dintorni. Poche storie.

Published by
Marco Benedetto