
ROMA – “Fino al 31 dicembre 2016 è sospeso il potere di deliberare aumenti di tributi e addizionali”: è una norma scritta nero su bianco nella versione finale della Legge di Stabilità licenziata dal Governo. Fatte salve le tasse sui rifiuti e i ticket sanitari di competenza regionale, significa che il Governo ha posto il divieto per legge a Comuni e Regioni di aumentare le tasse nel 2016.
E’ stato lo stesso Matteo Renzi a pubblicizzare lo stop: “Restituiremo ai Comuni tutto l’equivalente dell’abolizione della Tasi ma c’è una norma che impone a Regioni e Comuni di non alzare le tasse”.
L’obiettivo, considerazioni politiche di natura elettorale a parte, è quello di neutralizzare in anticipo “ritorsioni” tributarie da parte dei Comuni, scongiurare la possibilità che i sindaci ricorrano all’aumento delle addizionali di loro pertinenza per compensare il mancato gettito dell’abolizione totale di Imu/Tasi. Per esempio aumentando le addizionali sulle seconde case.
Proprio ieri Confedilizia stimava che se ai Comuni fosse concesso di aumentare fino all’otto per mille il limite massimo delle aliquote Imu e Tasi, il prelievo salirebbe di due miliardi. Se ci sia o meno il sì dei Comuni al blocco non è chiaro: Renzi dice che c’è «l’accordo con l’Anci a restituire tutto l’equivalente dell’abolizione della Tasi», ma non aggiunge altro. Ma è improbabile che sindaci e governatori facciano le barricate, perché si assumerebbero la responsabilità politica di una richiesta estremamente impopolare. (Alessandro Barbera, la Stampa).