Tasse. Un euro su due va al fisco. La pressione fiscale al 53,8%

ROMA – Un euro su due lo devolviamo al fisco. Con una manovra sbilanciata tutta dal lato delle entrate la pressione fiscale raggiungerà il 45,5% del Pil nel 2013. Nel 2012 si attesterà al  45,1% dal 42,4% del 2010. Il Centro studi di Confindustria aggiunge che “la pressione effettiva, che esclude il sommerso dal denominatore, supererà  abbondantemente il 54%”. Esattamente il 53,8% ovvero “il limite a cui arriverebbe la quota sul Pil delle entrate fiscali e contributive se venisse eliminata tutta l’evasione senza toccare le aliquote”.

Il rapporto tra evasione e pressione fiscale è sin troppo chiaro: a quote percentuali di recupero di evasione potrebbero corrispondere quote corrispettive di tasse tagliate. E in effetti, l’altissima pressione fiscale serve a contrastare questo mancato gettito e non a fornire servizi pubblici adeguati. Ma in che misura la manovra Monti contribuisce ad elevare ancor di più il livello di tassazione? Il grosso delle entrate sarà garantito dall’Imu, la nuova versione dell’Ici, con 11 miliardi di euro di incassi previsti nel 2012. Tra le imposte indirette la voce più gravosa va all’aumento delle accise, come quella sui carburanti: totale 6 miliardi di euro nel 2012.

L’incremento delle aliquote sull’Iva varranno per l’anno prossimo oltre tre miliardi. Dai capitali scudati arriverà un miliardo circa. Queste novità vanno aggiunte alle altre tasse che già gravano sul contribuente. L’Istat ne ha censite 10t, quelle a cui corrisponde un gettito effettivo sono 73. La Cgia di Mestre stima in 27/28 mila euro di tasse l’anno per una famiglia media, compresi i contributi previdenziali.

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Warsamé Dini Casali