Le entrate fiscali in Italia sono diminuite al 43,2% del Pil nel 2008 dal 43,5% del 2007. È quanto emerge dalle stime dell’Ocse che in un rapporto evidenzia come le entrate fiscali dei Paesi aderenti all’Organizzazione si ridurranno ancora nel 2009 dopo il calo registrato nel 2008, in seguito ai tagli delle tasse decisi dai governi per sostenere la domanda durante la crisi.
Nella classifica sulla pressione fiscale, il primo posto va alla Danimarca che nel 2008 registra il livello più alto con un 48,3% del Pil, mentre l’Italia si piazza al quarto posto con un 43,2%, salendo di due posizioni rispetto al 2007, dietro Svezia (47,1%) e Belgio (44,3%).
La pressione fiscale in Italia risulta così superiore a quella della Francia scesa al 43,1% nel 2008 dal 43,5% del 2007.
«I Governi sono intervenuti con decisione nel 2008 e nel 2009 per supportare la domanda nel periodo di crisi – osserva il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria – ma la contrazione delle entrate fiscali pone dei rischi, una volta ripartita la ripresa, nel mantenere solida le finanza pubblica».
In generale, nei Paesi Ocse, l’incidenza delle entrate fiscali in rapporto al Pil nel 2008 risulta in calo di mezzo punto percentuale, passando dal 35,8% al 35,2%.
Nel 2007, la pressione fiscale si è attestata sul 35,8%, lo stesso livello del 2006, dopo il 35,7% registrato nel 2005 e il 35,1% nel 2004. Il livello più alto mai registrato nelle serie storiche è stato raggiunto nel 2000 con un 36%.
