Regioni: ti toglieranno 3 euro ogni mille. I Comuni ancora di più

ROMA – Dopo le tasse “nazionali” della manovra del governo Monti arrivano le tasse “federali” di Comuni e Regioni. Gli enti locali, nonostante il ritorno dell’Ici sulla prima casa e l’anticipo dell’Imu, cercheranno quasi tutti di fare cassa con mini-manovre di fine anno. Non si sente parlare di tagli alle spese delle amministrazioni locali e men che meno di riforme strutturali. Si ha invece la certezza di una pioggia di nuove tasse, sotto forma di aumenti delle addizionali Irpef (il supplemento di imposta che paghiamo agli enti locali in percentuale sulla nostra dichiarazione dei redditi), delle aliquote Imu (l’imposta municipale sugli immobili, da tre anni “l’Ici di riserva”) delle tariffe dei servizi locali, a iniziare dal trasporto pubblico.

A Roma il biglietto di metro e bus passerà da 1 a 1,50 euro, il 50% in più. A Milano ci si sono abituati da settembre, ma presto potrebbero dover fare i conti con un rincaro dell’Irpef comunale, che il sindaco Giuliano Pisapia pensa di aumentare dallo 0,2% allo 0,8%, per tamponare eventuali falle in un bilancio in rosso.

L’addizionale Irpef aumenterà, dicevamo, e avverrà “di default”, come previsto dalla manovra Monti, dell0 0,33% per tutte le regioni. Ma ogni ente locale deciderà poi autonomamente ulteriori rincari a seconda delle esigenze di cassa.

Regioni e che tassano di più e regioni che tassano di meno. In tutta Italia l’Irpef regionale si attesterà sull’1,73% di media. Pagheranno di più, il 2,03%, i residenti in Campania, Calabria e Molise. I più “fortunati” sono quelli della Basilicata, delle province di Trento e Bolzano, del Friuli, della Sardegna, della Toscana, del Veneto e della Valle d’Aosta: 1,23% di addizionale Irpef. I residenti in Umbria, poi, saranno i soli a pagare l’1,43%, lo 0,30% in meno di tutte le restanti regioni.

Le tasse dei Comuni. A Milano, come abbiamo detto, Pisapia pensa addirittura di quadruplicarla. Se lo facesse, sarebbe comunque inferiore dello 0,1% allo 0,9% record che pagano i romani. Non pago, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha intenzione di far salire l’aliquota Imu sulle seconde case, attualmente allo 0,76%: può “manovrare” fino allo 0,3% in più. A Genova Marta Vincenzi aumenterà probabilmente l’addizionale Irpef dallo 0,7% allo 0,8%. A Torino Piero Fassino ritoccherà l’Irpef con aliquote differenziate in base al reddito. I torinesi comunque non dovrebbero pagare più dello 0,5% di aliquota massima in aggiunta alle tasse nazionali e regionali. Ma vedranno anche loro rincarare il biglietto dell’autobus da 1 a 1,50 euro. Stessa cosa anche a Bari, dove Michele Emiliano rivedrà anche gli scaglioni di reddito per ottenere l’accesso alle mense scolastiche e agli asili nido. Quella del rincaro del biglietto dei trasporti locali da 1 a 1,50 euro sarà una vera “moda” perché, oltre a Milano Roma Torino e Bari, riguarderà anche Napoli. Dove Luigi de Magistris sta valutando altri rincari sui servizi locali.

Sarà quindi un’ondata di tasse a “strati”: nazionale, regionale, provinciale e comunale. L’unica speranza dei contribuenti, sul fronte imposte locali, è che le dismissioni del patrimonio degli enti riempia i buchi di bilancio e freni gli aumenti delle tasse “federali”.

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