Il governo avvia il confronto sulla riforma fiscale. Si tratta del primo incontro con le parti sociali nel quale verosimilmente verranno tracciate solo le linee generali. Ecco i nodi delle tasse sul tavolo del confronto.
Detrazioni. Sarebbero 242 le possibilità di detrarre e dedurre oneri dalle tasse. A questi si aggiungono gli assegni erogati dall’Inps a determinate categorie. Si punterebbe ad accorpamenti.
Quoziente familiare. Il modello di tassazione alla ‘francese’, che diminuisce il peso delle tasse al crescere del numero dei componenti il nucleo familiare, costerebbe 10-12 miliardi. Possibili versioni intermedie: le risorse dovrebbero essere reperite dagli accorpamenti delle detrazioni. C’è chi pensa ad un assegno più sostanzioso per i figli.
Lavoro. Si punta ad aumentare gli sconti fiscali sulla parte del salario variabile, quella legata alla produttività o all’organizzazione del lavoro che favorisce una maggiore efficienza. Si premierebbe fiscalmente, in quest’ottica, il lavoro straordinario e quello notturno.
Ricerca. La via sarebbe quella degli incentivi automatici alle imprese per l’innovazione.
Ambiente. Si va dalle agevolazioni per il risparmio energetico all’aumento delle tassazioni per il troppo ”consumo” di ambiente.
Aliquote. E’ un tema cruciale perché dalle aliquote Irpef dipende maggiormente la pressione fiscale sui contribuenti. Attualmente sono cinque: 23%, 27, 38, 41 e 43 per fasce di reddito crescente. Puntare a solo due aliquote (23% e 33% sotto e sopra i 100.000 euro) costerebbe oltre 20 miliardi. Nei mesi scorsi le ipotesi allo studio prevedevano tre aliquote: 23, 33 e una per i redditi più alti.
Irap. La questione interessa soprattutto le piccole e medie imprese ed è legata sempre più al federalismo. L’abolizione è praticamente impossibile, considerato che l’Irap vale circa 40 miliardi di euro l’anno. Tra gli obiettivi quello di ridurre il peso del costo del lavoro nella base imponibile.
Tassa sulle rendite. L’opposizione chiede di passare dal 12,5% al 20% ma il governo è sempre stato cauto obiettando che l’aumento delle tasse peserebbe anche sui detentori di titoli di Stato. Potrebbe invece arrivare una aliquota iper-ridotta (al 5 per cento?) per gli investimenti che hanno finalità sociali.
Semplificazione. Rendere il linguaggio del fisco alla portata di tutti e arrivare a dichiarazioni pre-compilate a domicilio. Questo l’obiettivo al quale già lavora da qualche tempo l’amministrazione finanziaria.