Tassi Bund + 1328%, petrolio + 17, Borse -8. Mese di peggio, qualcosa s’è rotto

Foto d’archivio

ROMA – Dal 17 di aprile i tassi sul bund tedesco a dieci anni sono aumentati del 1.328 per cento. Sì, non è un errore, avete letto bene: 1.328 per cento passando dal tasso dello 0,049 a quello dello 0,7. Ancora poco, pochissimo in quantità assoluta. ma l’incremento relativo è stato da choc finanziario: più 1.328 per cento! Cosa ha reso in neanche un mese il titolo di Stato tedesco decennale finanziariamente più “rischioso” del 1.328 per cento?

Nello stesso mese più o meno il prezzo del petrolio Brent è passato da 57 a 67 dollari, con punte di 70 dollari. Incremento in un mese del 17 per cento.

E sempre nello stesso mese la Borsa di Francoforte ha perso l’8,5 per cento e quella di Milano il 5 per cento.

E sempre nello stesso mese l’euro che era sceso a 1,o5 sul dollaro è risalito a 1,14, cioè più cinque per cento.

Insomma in un mese, appena un mese, neanche un mese, il calo dei tassi ha subito una in assoluto piccola ma relativamente enorme inversione di tendenza (registrata anche nell’ultima asta di Bot italiani). E il basso prezzo del petrolio si è impennato. E le Borse hanno smesso di guadagnare, anzi hanno ceduto. E il dollaro si è riaprezzato. Tutte e tre le condizioni base per una tranquilla ripresa economica europea si sono simultaneamente indebolite: tassi bassissimi, basso prezzo petrolio, euro basso rispetto al dollaro.

Qualcosa si è rotto nel meccanismo perfetto in cui tutta l’acqua, ogni acqua andava per e nell’orto della ripresa europea. Nessuno sa o azzarda cosa sia sia rotto. O forse più semplicemente è che non è sempre domenica e la ricreazione prima o poi finisce. Insomma non è possibile e neanche pensabile che tassia  zero, petrolio a 50 dollari e parità euro/dollaro siano condizioni stabili, quasi fisse. Quando si verificano, sia pur in dimensioni limate ci sono ancora, occorre approfittarne. Farne buon uso in fretta, magari riformando, cambiando con sollecitudine quel che in casa propria non va. Ad esempio Pubblica Amministrazione, giustizia civile, scuola…Ad esempio applicando per davvero un po’ di spending revisione, un po’ almeno un po’ di seria revisione della spesa pubblica che, lamenta l’ultimo rapporto Ue, in Italia non si è mai fatta.

Qualcosa si è rotto, forse. Qualcosa si sta rompendo, forse. Di certo la benevola trinità di tassi zero, petrolio ed euro giù non è una stella fissa. Durerà finché dura e comunque si muove, si compone e si scinde a una velocità incomparabile con quella della pubblica opinione e della politica italiana. Noi qui siamo tutti convinti che di spesa pubblica si è tagliato anche troppo, che ci vorranno anni e anni per veder risalire i tassi a cui vendiamo l’enormità del debito pubblico nazionale, che è arrivata la stagione stabile dell’euro che vale più o meno quanto un dollaro. Che ci sia quindi tutto il tempo e tutto l’agio per riconcederci i tempi e i modi della concertazione totale, ripetuta e onnicomprensiva di ogni starnuto di legge. Che ci sia tutto il tempo e l’agio per ricalcolare e riconquistare i diritti acquisiti comunque acquisiti e appena ieri appena intaccati.

Il minimo, proprio il minimo, che si possa dire è che l’economia e la società e la politica italiana vivono in tempi, anzi in una dimensione temporale sì diverse tra loro da necessitare di un tele trasporto che non c’è per portare l’una a contatto e consapevolezza dell’altro.

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Mino Fuccillo