ROMA – Inserito nella manovra è spuntato un articolo che rende possibile effettuare corse fuori dalla propria zona: i tassisti sono sul piede di guerra. Nella bozza della manovra si sono accorti della misura liberalizzatrice che consentiva l’esercizio della professione fuori dei confini di residenza. L’immediata mobilitazione di categoria ha spinto il governo a rimodulare la misura. Tra i documenti preparatori della manovra era infilata la scheda dello scandalo (secondo il punto di vista dei 60 mila tassisti italiani). In pratica si approntava l’abrogazione di numerosi vincoli per ottenere la licenza. Tra questi, appunto, il divieto di fare corse fuori dal comune di residenza.
I sindacati dei tassisti non ci stanno: per Loreno Bittarelli “sarebbe la rovina: i tassisti di Fiumicino (o di Rieti, o di Firenze…) potrebbero venire a prendersi le corse a Roma. Basterebbero un’auto bianca, la patente e la scritta taxi: una giungla”. Dopo una veloce consultazione e per scongiurare i temutissimi blocchi della circolazione arriva il mezzo passo indietro che però non convince la corporazione. Questa la precisazione della presidenza del Consiglio: “Il provvedimento non tocca il numero e il valore delle licenze taxi; si limita a consentire che un taxi partito dal Comune dove ha la licenza per raggiungere un altro Comune, possa utilizzare la corsa di rientro per un cliente che debba raggiungere il Comune di partenza”. In ogni caso allo stesso tassista non verrebbe affatto consentito “il servizio di piazza all’interno di Comuni diversi da quello che ha rilasciato l’autorizzazione”.
Tutto qui? Niente più che la possibilità di ripagarsi una corsa a vuoto. Ma i tassisti non accettano nessun intervento e per ora confermano uno sciopero di quattro ore nonostante venerdì 16 sia già programmata un’altra agitazione dei trasporti pubblici. In questo caso verrebbe violato il “principio di concomitanza”. Ricordiamo che in Italia sono 60 mila le licenze taxi: a Roma sono 7400 contro le 15mila di Parigi e le 19mila di Londra, grandi città che però dispongono di un servizio di metropolitana nemmeno comparabile. Intanto i tassisti romani, sempre per bocca di Bittarelli, minacciano di non votare più per il sindaco Alemanno che aveva escluso che tra le liberalizzazioni fosse inclusa la categoria. Finiti i tempi in cui i suoi manifesti circolavano per le vie della Capitale viaggiando su comodi taxi?