ROZZANO (MILANO) – A differenza del 2010 la Borsa quest’anno appare favorevole al mercato delle Tlc e Telecom non esclude di poter recuperare la capitalizzazione persa in modo da rivalutare la quotazione del titolo che ”per allinearsi al patrimonio netto contabile avrebbe dovuto registrare un incremento del 49 per cento”. E’ quanto la società sostiene rispondendo alla Consob che chiede di render note le considerazioni degli amministratori sull’impairmant test (valutazione di una perdita di valore dell’avviamento), svolto in occasione dell’approvazione di bilancio, che non ha portato a svalutazioni.
”Dall’ultimo impairment test infrannuale (al 30 giugno 2010) e fino all’11 febbraio 2011 il corso del titolo aveva registrato un incremento superiore al 15%; dinamica che peraltro ha riguardato tutto il settore delle telecomunicazioni europeo. In questo contesto favorevole di mercato finanziario British Telecom, ad esempio, ha registrato nello stesso periodo un rialzo della market cap del 42%. Ciò dà evidenza del fatto che nel settore la volatilità di prezzo dei titoli azionari è tale che anche una differenza del 49% fra capitalizzazione di borsa e patrimonio netto contabile potrebbe essere recuperata in orizzonti temporali brevi” risponde il gruppo a Consob.
Per quanto riguarda i target price riportati negli equity reports pubblicati dalle varie case d’investimento successivamente alla presentazione dei risultati del terzo trimestre 2010, alla data della riunione del consiglio di approvazione del bilancio erano ricompresi nella forchetta 0,85 euro per azione ordinaria (Chevreux del 5 novembre 2010) e 1,46 euro per azione ordinaria (Deutsche Bank del 16 gennaio 2011). ”Una forchetta di valori così dispersa testimonia la contemporanea presenza di due fattori: una grande incertezza di scenario e l’utilizzo di una pluralità di metodi di stima del target price, molto diversi fra loro” sottolinea il cda.