MILANO – Non è scontato che i vertici Telecom vengano riconfermati in toto, mantenendo lo status quo. Uno dei soci rilevanti, la Findim di Marco Fossati che ha in portafoglio circa il 5,4% del gruppo telefonico, vorrebbe veder passare l’a.d Franco Bernabè alla poltrona di presidente esecutivo e a gestire l’azienda tre direttori generali, uno per ciascuno dei mercati rilevanti: Italia, Brasile e Argentina.
A pochi giorni dal board di Telco (Telefonica, Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo) per la messa a punto della lista di maggioranza per il nuovo Cda (il termine per il deposito delle è il 15 marzo in vista dell’assemblea di aprile), Fossati in un’intervista a Bloomberg esce allo scoperto dando la sua ricetta per la governance del gruppo e confermando l’intenzione di presentare una sua lista di minoranza. E non è escluso che l’ idea del nuovo assetto di vertice possa trovare qualche sponda anche tra gli azionisti della holding che controlla Telecom.
Il numero uno di Findim non si candiderà in prima persona ma nemmeno verranno riconfermati Paolo Baratta e Roland Berger, che oggi siedono nel board. Con loro lo strappo è avvenuto quando i due consiglieri hanno votato, contro le indicazioni di Fossati, a favore della vendita di Hansenet lo scorso anno ad un prezzo che Fossati non ha ritenuto equo. ”Presenteremo una lista di professionisti capaci di supportare, stimolare e controllare il management – sottolinea l’imprenditore – Io non sarò tra i candidati”.
Nei prossimi giorni è attesa anche la rosa dei tre nomi per Assogestioni mentre giovedì Telco alzerà il velo sulla lista di maggioranza e in particolare sul futuro dell’attuale amministratore delegato. ”Ho iniziato a vedere un raggio di luce rispetto a tre anni fa” commenta Fossati, al quale tuttavia i conti presentati a fine febbraio non bastano. ”Bernabè ha fatto un buon lavoro, soprattutto in termini di tagli dei costi, efficienza e riduzione del debito, ha stabilizzato la società e restaurato relazioni positive con il regolatore” ma ”l’azienda ha bisogno di concentrarsi su una nuova strategia, compreso il rilancio della crescita top-line. Il business domestico mobile deve essere raddrizzato e riguadagnare la quota persa rispetto ai competitor”.
Nella strategia del gruppo, dice Fossati, dovrebbero essere prese in considerazione ”partnership, accordi e acquisizioni in mercati emergenti e in crescita”. Di questo però si dovrebbero occupare i direttori generali, scelti all’interno del gruppo – scrive Bloomberg che raccoglie l’intervista al manager – che dovrebbero essere responsabili delle questioni commerciali, tecnologiche, industriali e organizzative.
Bernabè invece ”deve trasformarsi in promotore della direzione strategica di Telecom – continua Fossati – deve uscire dalla routine quotidiana e concentrarsi su un lavoro più alto per aiutare le azioni a recuperare il loro valore”.