Telecom, il Governo smentisce ma la borsa crede alle nozze con Telefonica

Qualcosa sta per accadere intorno a Telecom. Ne è convinta la Borsa dove le voci sulla fusione tra Telecom e Telefonica, che fino a ieri non avevano fatto troppo rumore, oggi lasciano il segno. Il titolo fa un balzo del 6% tra scambi quadruplicati rispetto alla media giornaliera dell’ultimo mese e accendono i riflettori della politica costringendo Palazzo Chigi a una nota ufficiale con la quale smentisce di essere coinvolto.

Per l’opposizione la sostanza non cambia e il Pd presenta un’interpellanza urgente nella quale chiede di chiarire la posizione del Governo. Intanto il gruppo guidato da Franco Bernabé conquista un’altro punto nella sua battaglia in Argentina. La guerra di carte bollate sembra vinta dagli italiani ora che i giudici di Buenos Aires hanno cancellato la risoluzione emessa ad agosto dalla segretaria al commercio interno argentino che obbligava Telecom Italia a cedere la propria partecipazione in Sofora, che a sua volta controlla Telecom Argentina.

Tornando in Italia, la presidenza del Consiglio, anticipando la richiesta della Consob, ha di prima mattina smentito “nella maniera più totale: nessun incontro, nessun contatto, nessun paletto” l’ipotesi de La Repubblica di un via libera del governo alle nozze con Telefonica. Secondo il quotidiano il dossier è sul tavolo del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta che dovrebbero a giorni convocare i vertici di Telecom per spiegare la posizione del governo. Il via libera, secondo il quotidiano, si avrebbe a condizione che la gestione della rete nazionale di telecomunicazioni rimanga in mani italiane.

Scajola, in Israele per la bilaterale con il premier Silvio Berlusconi, ha confermato che incontrerà giovedì 4 febbraio  l’amministratore delegato Franco Bernabé ma per il resto “troppe chiacchiere”.«Nessun parere favorevole del Governo, molte parole, molte chiacchiere. Troppe»commenta. Il viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani sottolinea nel frattempo il rischio che un’eventuale governance straniera, che abbia “la testa e il cuore fuori dell’Italia”, possa mettere in discussione gli investimenti sulla rete.

«Ho letto la smentita che non capisco fino a che punto smentisce la sostanza» reagisce il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e sulla vicenda dice il Pd “sarà in attesa vigile”. «Il governo continua in una linea di indifferenza sulle sorti di Telecom» dichiara il responsabile comunicazioni del Partito Democratico, Paolo Gentiloni, che ha presentato in mattinata un’interpellanza urgente sulla vicenda.

Di certo la Borsa, malgrado le smentite e i no comment dei soci, continua a dar credito agli scenari di un’offerta pubblica di scambio di Telefonica. La Consob, visto lo scatto del titolo in Borsa con uno strappo in rialzo dell’8% nella prima mezz’ora di scambi, ha avviato accertamenti a 360 gradi, monitorando l’operatività sul titolo: chi ha comprato e chi ha venduto, o su chi sono stati gli intermediari più attivi e per conto di chi operano. Ma la Commissione vuole andare a fondo anche per verificare l’ipotesi che ci sia stata manipolazione informativa.

Sugli scudi per tutta la seduta Telecom ha visto un ritorno di fiamma nel finale e ha chiuso in rialzo del 7% a 1,14 euro (tra scambi boom pari al 3,2% del capitale) con 426 milioni di pezzi passati di mano contro i 96,6 milioni della media giornaliera. Il mercato segue con particolare attenzione anche i movimenti delle risparmio (+4,62% a 0,86 euro) che stringono sempre più la forchetta rispetto alle ordinarie. Telefonica ha solo azioni ordinarie e la Borsa, spiegano gli operatori, riflette su una possibile conversione delle risparmio Telecom nell’ipotesi di un’operazione carta contro carta tra i due gruppi. Più cauta Telefonica che a Madrid ha vissuto una seduta sottotono e ha recuperato nel finale chiudendo in rialzo dello 0,55% a 17,42 euro.

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Lorenzo Briotti