Telecom, il cda dice no all’azione di responsabilità

Il consiglio d’amministrazione della Telecom ha bocciato qualsiasi azione di responsabilità verso i vecchi amministratori della società dopo i casi Sparkle e intercettazioni. Il cda era stato convocato per valutare il rapporto Deloitte.  L’unico a opporsi alla decisione del consiglio è stato Luigi Zingales.

I casi riguardano il periodo 2005-2007, durante l’era di Marco Tronchetti Provera, Riccardo Ruggero, Marco De Benedetti e quella attuale di Galateri e Bernabè. Tra le due stagioni c’è stato anche Guido Rossi. I fatti riguardano il caso dei dossier illegali e della security sotto Giuliano Tavaroli, le carte Sim false (circa 3 milioni le linee disattivate) e la vicenda Sparkle.

Accantonata l’ipotesi di un’azione di responsabilità resta in piedi un’altra possibilità: la giurisprudenza stabilisce che mentre le azioni di responsabilità sono soggette a prescrizione (nel caso Telecom è settembre 2011), una società può invece sempre costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale che dovesse chiamare in causa amministratori passati.

Contraria l’associazione dei piccoli azionisti. “Una decisione scandalosa. Rispetto agli interessi di Telecom Italia hanno prevalso gli interessi e i conflitti d interessi di alcuni azionisti e consiglieri”.

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Elisa D'Alto