ROMA – Telco ha giocato anche questa volta l’asso pigliatutto su Telecom e con la maggioranza dei voti (pari al 46,89% dei presenti) si è aggiudicata i quattro quinti dei posti in Consiglio di amministrazione, cioè 12 rappresentanti nel nuovo board che rimarrà in carica fino al 2013 con Franco Bernabè confermato capoazienda, mentre Gabriele Galateri, che già indossa il cappello di presidente delle Generali, resterà come consigliere.
Sembra un paradosso ma i meccanismi statutari di Telecom fanno sì che il secondo azionista, Findim (4,989% del capitale ma solo l’11,7% dei voti a favore della sua lista) non abbia nemmeno un consigliere, mentre i fondi guidati da Assogestioni, che hanno raccolto il 39,35% dei consensi, si sono aggiudicati tutti e tre i posti riservati alle minoranze. Viene dunque riconfermato Luigi Zingales e debuttano Ferdinando Beccalli Falco e Francesco Profumo. Fuori invece Marco Fossati, secondo socio Telco con il 4,98%, rimasto fuori dal board dopo aver votato contro il bilancio 2010.
Era presente il 50,15%del capitale, un risultato che non si raggiungeva da tempo e che potrebbe in parte rimettere in gioco l’idea (diffusa) che le società si controllano di fatto con pacchetti azionari ridotti.
Il nuovo consiglio è dunque formato da 12 consiglieri di espressione Telco e tre di Assogestioni. Alla fine la lista di maggioranza ha avuto il 46,89% dei voti presenti. I fondi hanno raccolto invece il 39,35%, mentre la lista dei Fossati si è fermata all’11,76% rimanendo così esclusa.
”E’ una vittoria del mercato” ha commentato con l’ANSA Guido Giubergia, ad di Ersel e presidente del comitato governance di Assogestioni. ”Questo dimostra che i fondi godono di eccellente credibilità e che le nostre scelte sui candidati sono state molto apprezzate”.
Oggi, 13 aprile, il cda si riunirà per assegnare le deleghe: Franco Bernabè presidente esecutivo e Marco Patuano come amministratore delegato. Se non ci saranno sorprese Luca Luciani, numero uno di Tim Brasil, sarà nominato direttore generale con delega sul Sudamerica.
”Non sono necessari provvedimenti urgenti e sommari” anche perché non c’è’ pericolo di reiterazione del reato, ha sottolineato Telecom, leggendo in assemblea la risposta alla richiesta di chiarimenti fatta dalla Consob sull’inchiesta della procura che vede indagato il manager insieme all’ex ad Riccardo Ruggiero.
Un’altra particolarità dell’assemblea di quest’anno è stata l’alta partecipazione dei soci, oltre il 50% del capitale, con la massiccia presenza degli investitori istituzionali. Questo ha fatto cadere la tesi portata avanti da Findim, secondo cui Telco avrebbe di fatto il controllo su Telecom (che avrebbe avuto come corollario il consolidamento del bilancio del gruppo telefonico nel bilancio della holding e la conseguenza di una svalutazione della partecipazione ai valori di mercato).
”L’assemblea attuale mostra che Telco, con il 22,5%, non rappresenta la maggioranza assoluta”, ha detto il presidente Gabriele Galateri. ”Le decisioni prese in Cda non hanno mai risentito di pressioni esterne e io e Bernabè – ha ribadito – non andiamo a prendere ordini da nessuno”.
Findim ha comunque votato contro il bilancio, seguita da Asati, l’associazione dei piccoli azionisti. Nessuno scossone dunque alla governance e Telecom guarda avanti. ”E’ giunto il momento di voltare pagina”, ha detto Bernabè facendo questa volta riferimento all’inchiesta Sparkle, alla vicenda security e delle sim false e definendole ”pagine imbarazzanti del nostro passato” e una ”fase patologica.
”Abbiamo fatto tutto quello che doveva essere fatto” ha aggiunto con l’intenzione di chiudere definitivamente il tema, che a ondate torna a essere sollevato, delle azioni di responsabilità e mettendo l’accento sulle azioni invece intraprese per il risarcimento danni tra le quali la richiesta a Pirelli di rifondere le spese sostenute nel suo interesse e non per attività riferibili al gruppo di tlc (Bernabè non ha voluto dire a quanto ammonta la cifra, ma secondo quanto risulta all’ANSA si tratta di 1,2 milioni di euro).
”Siamo alla svolta: dobbiamo scrollarci però ogni retropensiero e guardare al futuro, orgoglio e passione sono le parole d’ordine che ci devono guidare” ha concluso Bernabè. ”Le prospettive della società sono oggi ben diverse e assai migliori di quelle dello scorso triennio. La parte più faticosa è alle nostre spalle e il passo dello sviluppo ora potrà accelerare”, ha detto inoltre Gabriele Galateri.
”Dobbiamo lavorare ancora per migliorare le nostre performance commerciali dei servizi di telefonia mobile penalizzate, nel passato, da un posizionamento di prezzo non sufficientemente competitivo e anche dalle problematiche organizzative e manageriali conseguenti alla fusione Tim/Telecom Italia e dai riflessi negativi di vicende giudiziarie eredita’ di precedenti gestioni” ha spiegato Bernabè. Tra gli obiettivi principali del prossimo triennio, il manager sottolinea la riduzione del debito a 25 miliardi di euro nel 2013 dagli attuali 31,5 miliardi di euro grazie a un cash flow operativo di 22 miliardi e 12 miliardi di euro di generazione di cassa netta” oltre al taglio dei costi portando il rapporto sui ricavi dall’attuale 67% al 64% nel 2013.