
MILANO – Si apre la volata finale per Telecom che ad aprile, insieme all’approvazione del bilancio, inizierà – forse – un nuovo corso con una governance più indipendente. I candidati al nuovo board, 13 membri secondo le indicazioni che porterà al voto il socio di maggioranza Telco, sono in maggioranza indipendenti e il ricambio è quasi totale.
Marco Patuano vede riconfermata la fiducia e al suo fianco i grandi soci vorrebbero, come presidente non esecutivo Giuseppe Recchi. E’ su questa poltrona, definita ‘di garanzia’, che potrebbe animarsi la discussione il prossimo 16 aprile per la quale Findim, la società di Marco Fossati azionista di Telecom con il 5%, vorrebbe Vito Gamberale.
I gestori di fondi (titolari di oltre l’1,8% del capitale) puntano su Lucia Calvosa, forte del suo profilo di accademico di diritto e corporate governance, affiancandole David Benello (ex McKinsey oltre che consigliere di Telekom Malaysia) e Francesca Cornelli (professore ordinario di finanza alla London Business School e direttore del Coller Institute di Private Equity).
La loro definizione di indipendenti è molto stringente, lo sono nei confronti degli azionisti di maggioranza relativa, dei gestori presentatori della lista, del relativo management esecutivo, oltre che dello stesso gruppo Telecom Italia. Le due liste di minoranza si contenderanno tre posti in cda mentre, rispettando la regola dei 4/5 dalla lista di Telco dovrebbero entrare in consiglio, oltre a Recchi e Patuano, Tarak Ben Ammar, Jean Paul Fitoussi, la parlamentare britannica e baronessa Denise Kingsmill, l’Ad di Terna Flavio Cattaneo, il presidente onorario di L’Oreal Italia Giorgina Gallo, l’Ad Cartasì Laura Cioli, l’ex manager Rcs Giorgio Valerio, e l’Ad di Zignago Holding Luca Marzotto.
“Credo di essere stato scelto per le mie caratteristiche di indipendenza e internazionalità” ha commentato il presidente dell’Eni, e alla domanda se sarà un presidente di garanzia per tutti i soci ha risposto: “Assolutamente sì”. Marco Fossati, attraverso Findim azionista di Telecom con il 5%, ha invece integrato la lista dei suoi candidati con le ‘quote rosa’ che mancavano, Maria Elena Cappello, consigliere di Sace, Prysmian e A2A – a dicembre nella rosa dei fondi per l’eventuale reintegro del cda – e Daniela Mainini, titolare dello studio legale Mainini e Associati e presidente del Centro Studi Anticontraffazione e Grande Milano.
Una mossa più di forma che di sostanza perché come appare dalle slide preparate per la presentazione del piano che Fossati propone come alternativo a quello del management, si punta tutto sugli uomini, Gamberale , l’ex manager Telecomo Girolamo Di Genova (che per questo ha dato le dimissioni dal cda di Metroweb Italia) e il presidente dell’Asati, l’associazione dei piccoli azionisti Franco Lombardi. Fossati ha anche rielaborato il piano presentato in autunno, con il suggerimento di una struttura divisa in tre unità, mobile fisso e servizi, e ora propone per il Brasile una partnership forte, guardando alla brasiliana Gvt ma anche a Oi.
