Sette progetti industriali per la riconversione dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, destinato alla chiusura il 31 dicembre dell’anno prossimo, ”assolutamente compatibili tra loro” ed un accordo di programma ”con la collaborazione di governo, regione, enti locali e partner industriali” che sara’ firmato a meta’ gennaio.
Questo il destino del polo siciliano delineato dal ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, al tavolo con i sindacati, i rappresentanti territoriali ed Invitalia, l’advisor del ministero, che ha selezionato le proposte e stilato la short list. Un polo che si avvierebbe ad essere riqualificato con piu’ produzioni, mantenendo in prima linea il settore dell’auto.
”Siamo sulla buona strada”, ha affermato Romani, ”potremo fare di Termini Imerese un caso di scuola su come, da uno stato di crisi, creare un nuovo disegno industriale, con nuovi investimenti”. E’ ”una buona base per ripartire”, ha commentato il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, ritenendo che si possa guardare ”con relativa positività all’avvenire” di Termini. I numeri ”che abbiamo in mano – ha sottolineato il ministro – sono ragionevolmente rassicuranti” e profilano addirittura un aumento occupazionale rispetto ad oggi.
”Gli occupati previsti a valle di questi 7 progetti sono superiori a quelli attuali”, che sono all’incirca 2.200, ha detto Romani: oggi sono 1.617 a Termini Imerese, ha spiegato l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri, a cui si aggiungono 300 circa nell’indotto diretto e altri 300 circa nell’indotto indiretto. ”La somma degli occupati dichiarati dalle 7 aziende della short list è di 3.340. Somma, quindi, superiore di circa 1.100 unita”’, ha aggiunto. Gli investimenti complessivamente previsti sono, invece, pari ad oltre un miliardo di euro, di cui circa 184 milioni da parte di governo e regione Sicilia.
In particolare, dei 7 piani di impresa due sono progetti per l’auto: uno presentato dalla De Tomaso che fa capo a Gian Mario Rossignolo per la produzione di auto di lusso e l’altro dal fondo Cape Natixis, guidato da Simone Cimino, insieme agli indiani della Reva, per l’auto elettrica. A questi si aggiungono i piani del gruppo Ciccolella (serre fotovoltaiche e fiori recisi), Med Studios (studi cinematografici e fiction), Lima (attrezzature mediche e ortopediche), Newcoop (logistica e gdo) e Bio Gen Termini (pannelli solari).
Ad ognuno potrebbe andare una parte del polo industriale di Termini (una simulazione degli insediamenti è già stata ipotizzata su carta). ”Per la maggior parte” dovrebbe comunque essere ”assorbito da De Tomaso” che costituirà ”l’insediamento principale”, insieme a Cape, ha spiegato Romani. ”L’uno non sostituisce l’altro, l’uno si può aggiungere all’altro”, ha detto, sottolineando che i 7 piani sono compatibili fisicamente e logisticamente.
E ”la somma delle 2 aziende collocate nel settore automotive dichiara un fabbisogno occupazionale di 2.360 addetti”, anche in questo caso, ha sottolineato ancora Arcuri, ”superiore agli attuali”. Da parte sua, Fiat ha confermato ”l’assoluta disponibilità nel mettere a disposizione le aree per le iniziative che subentreranno”. Via libera anche dai sindacati che ora chiedono di accelerare e di conoscere nel dettaglio i piani industriali. ”Lo stabilimento di Termini Imerese dovrà avere un futuro”, ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. ”Siamo fiduciosi, ma bisogna fare presto”, ha affermato il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato.
