ROMA – Tra le grandi imprese a partecipazione statale Terna dovrebbe essere la più tranquilla. Il presidente Luigi Roth e lāamministratore delegato Flavio Cattaneo, vantano infatti un titolo che aumenta del 65% dallāinizio del mandato, il 2 novembre 2005, e un margine operativo lordo che sale dal 66 al 74% dei ricavi, anchāessi in crescita di oltre il 50%.
Però in Terna, come scrive Massimo Mucchetti Ā per il Corriere della Sera, c’ĆØ un segno di contraddizione. Dal punto di vista manageriale, il 47enne Cattaneo, che a Terna era stato nominato a parziale risarcimento per aver “perso” la direzione generale della Rai, finisce con lāessere o con il sentirsi candidabile a poltrone di rango superiore. Dal punto di vista politico, Terna fa emergere il limite delle liberalizzazioni, forti nellāelettricitĆ e deboli nel gas. Povera di grandi imprese, lāItalia potrebbe primeggiare nella gestione delle infrastrutture energetiche, ove si realizzasse un campione nazionale delle reti con piena autonomia imprenditoriale, imperniato su Terna. Ma lāEni non vuole privarsi di Snam Rete Gas, e il governo subisce.
Lāuso razionale delle riserve comporta minori impegni di potenza per circa un miliardo di euro: meno introiti per i produttori, meno oneri in bolletta. Ć possibile che la riduzione del 10% dei consumi elettrici indotta dalla crisi abbia facilitato lāopera. Ma ĆØ la stessa Terna a voler fare di più, estendendo i concetti di infrastruttura e dispacciamento allāaccumulo di energia altrimenti persa attraverso le grandi batterie, che possono aumentare di molto la produttivitĆ delle fonti rinnovabili, e attraverso lāuso dei pompaggi idroelettrici a scopo di calmiere nelle ore di punta. In entrambi i casi, Terna entrerebbe in conflitto con lāEnel, che possiede la gran parte dei pompaggi e vuole investire nelle batterie.
LāEnel potrebbe accusare Cattaneo di invadere, lui gestore di infrastrutture, il campo della produzione. Lo sviluppo e il collocamento in Borsa della filiale brasiliana sono stati giudicati una distrazione finanziaria dal core business. Ma il profitto di 300 milioni realizzato nel 2009 uscendo dal Brasile non ĆØ dispiaciuto a nessuno. Lāinvestimento nel fotovoltaico, installato sui terreni di proprietĆ , ĆØ stato venduto al private equity inglese Terra Firma: per lāAutoritĆ , il gestore dellāinfrastruttura non può produrre, ma solo promuovere unāattivitĆ e venderla. Il profitto di circa 200 milioni cosƬ realizzato, se conferma lāeccesso di incentivi previsti per il solare, dice anche di un management che fa rendere gli asset nella situazione data. Ma alla fine queste operazioni sono poco cosa rispetto ai sogni proibiti di Terna. La rete elettrica ĆØ stata separata per legge dallāEnel e attribuita a Terna per ridurre il potere di mercato dellāex monopolista e favorire la competizione.
