Le tasse non pagate dagli aquilani terremotati dovranno essere restituite dal 2011 in 120 rate mensili. Saranno cioè pagate al fisco in 10 anni e non più in 5 anni. E’ la novità annunciata dal Governo che sarà introdotta con una emendamento alla manovra.
Si aggiungerà alla norma che prevede un differimento del periodo di non versamento delle imposte. Ma non per tutti. Dal primo luglio dipendenti e pensionati dovranno versare nuovamente le imposte. Tutto è sospeso invece per i lavoratori autonomi e per le imprese che hanno un volume d’affari inferiore ai 200 mila euro.
La sospensione dei pagamenti annunciata dal governo, e poi attuata con un emendamento introdotto nella manovra, divide così i destini dei lavoratori autonomi e dei dipendenti la sospensione dei pagamenti prevista dal governo. Gli ”autonomi” avranno ancora 5 mesi di sospensione. E, anche se la norma non è ancora stata trasformata in legge, l’Agenzia delle Entrate e l’Inps hanno annunciato che manterranno la moratoria.
Lo stop, invece, non vale per dipendenti e pensionati, ma anche per le aziende più grandi. Sono escluse espressamente anche le banche e le assicurazioni. Per i primi, comunque, non ci sono ”grandi” scadenze in vista. Il pagamento dell’Ici sulle seconde case andrà fatto a dicembre e anche le imposte per la dichiarazione Unico, prevista in prima battuta il 16 giugno, rientrano certamente tra i tributi arretrati che vanno versati da gennaio prossimo.
Dal prossimo anno, però, si tornerà a regime, secondo quanto previsto dall’emendamento del relatore di maggioranza approvato in commissione Bilancio al Senato sul decreto della manovra. La riscossione degli arretrati inizierà dal mese di gennaio senza sanzioni, interessi e ulteriori oneri: sarà però possibile – se l’emendamento del governo sarà approvato – suddividere il versamento in 120 rate mensili di pari importo.
La restituzione avverrà quindi in 10 anni. Lo stesso vale per i contributi previdenziali ed assistenziale, nonchè per i premi per l’assicurazioni obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali. Il fisco, insomma, anche se con ritardo vuole incassare i tributi dovuti con una inversione di tendenza rispetto al recente passato.
Per il terremoto del 13 dicembre in Sicilia la sospensione dei tributi durò 3 anni e il governo nel 2003 ridusse del 90% i versamenti per chi non aveva pagato. Per il terremoto di Umbria e marche del 1997 il recupero iniziò nel gennaio 2009, con l’abbattimento per le vittime dei 3/5 di quanto dovuto. Lo stesso accadde per il terremoto del Molise del 2002: la sospensione per le zone più colpite fino al 31 dicembre 2008 e alla fine, con un emendamento proposto da deputati locali, venne introdotta una decurtazione equiparata a quella di Umbria e Marche.
Ovviamente ogni volta che si decide una proroga o una decurtazione di imposte è necessario prevedere una ”copertura finanziaria”. Questa volta a pagare lo slittamento della sospensione per l’Abruzzo saranno i fumatori. I mancati incassi saranno realizzati con l’aumento delle accise su alcune tipologie di prodotti da fumo e in particolare sulle sigarette ”low cost”.