
L’inferno che si รจ scatenato a Bangkok nelle settimane scorse minaccia di congelare gli investimenti stranieri per anni, azzoppando un Paese la cui economia era tra le piรน dinamiche della regione ma che ora sta retrocedendo a vantaggio di rivali come il Vietnam, a quanto scrive l’Associated Press.
Alcune compagnie che possono trasferire le loro attivitร facilmente – come nel settore servizi o manifatturiero leggero – hanno giร cominciato a lasciare il Paese, e investitori piรน a lungo termine stanno seriamente valutando la possibilitร di non effettuare nuovi impegni. L’atteggiamento del mondo degli affari verso la Thailandia sta subendo un cambiamento di vaste proporzioni.
”Le aziende stanno ora valutando seriamente se รจ il caso di fare nuovi investimenti in Thailandia. L’atteggiamento รจ cambiato da quando il Paese era visto come un posto accogliente ed attraente” dice Jacob Ramsay, analista del Sudest Asiatico alla Control Risks, un azienda di consulenza politica a Singapore.
Stanno seriamente studiando la situazione per cercare di prevedere cosa potrร accadere nello spazio di un paio di mesi”, dice Ramsay. ”Ed รจ quello che stanno facendo tutti, dall’industria manufattriera leggera a quella pesante”.
L’industria turistica – giร malconcia dopo tre anni di proteste sempre piรน violente da parte degli indigenti contrastati dalle classi medie – รจ attualmente in ginocchio, con alberghi a cinque stelle e centri commerciali tra i piรน eleganti in Asia chiusi dallo scorso aprile, quando รจ cominciata la protesta delle Camicie Rosse, che si รจ estesa fino ad occupare 3 km quadrati del distretto commerciale di Bangkok.
Il turismo, che rappresenta il 6 per cento dell’economia thailandese, la seconda per importanza nella regione, puรฒ riprendersi se la violenza finisce, ma la fiducia degli investitori nella Thailandia ha ricevuto un colpo dal quale potrebbe essere difficile riprendersi.
Gli esperti dicono che l’attuale crisi รจ molto peggiore delle precedenti: scontri tra attivisti e militari nei primi Anni Settanta e una rivolta per chiedere piรน democrazia a Bangkok nel 1992. Preston Chang, un taiwanese che esporta frutta in scatola dalla Thailandia, afferrma che gli ultimi eventi hanno giร danneggiato l’immagine della Thailandia. ”Il popolo Thai รจ sempre stato considerato amichevole, sorridente e comprensivo, e la Thailandia politicamente stabile”. Aggiunge: ”Le precedenti proteste non sono state cosรฌ sanguinose come questa. Stavolta il sangue versato danneggerร la fiducia degli investitori stranieri”.
Le Camicie Rosse dicono che il governo del premier Abhisit Vejjaija รจ illegittimo e rappresenta gli interessi di una elite indifferente nei confronti dei diseredati urbani e rurali. I semi della discordia sono stati piantati dopo il golpe del 2006 che estromise il premier Thaksin Shinawatra, un miliardario delle comunicazioni trasformatosi in politico populista rifugiatosi all’estero dopo essere stato trovato colpevole di corruzione. Seguirono conflitti e violenze.
L’elezione di un nuovo governo fedele a Thaksin nel 2007 scatenรฒ nuove violenze, questa volta da parte delle Camicie Gialle – le ”avanguardie” dell’establishment – che si scontrarono con le Camicie Rosse, paralizzando la capitale. Il governo pro-Thaksin fu disciolto dalla magistratura, sostituito da Abhisit, e tornรฒ una relativa calma, ma sotto la cenere bruciavano carboni ardenti.
Nessuno sta dicendo – scrive l’Associated Press – che colossi come la General Motors o le conglomerate industriali giapponesi, che hanno investito diecine di miliardi di dollari in fabbriche e progetti industriali, leveranno le tende da un giorno all’altro. Ma le aziende che possono farlo stanno giร riducendo le loro attivitร , mentre sta diventando sempre piรน arduo giustificare altri investimenti in Thailandia.
Nell’attuale situazione, dicono gli analisti, in assenza di un chiaro segnale che l’instabilitร degli scorsi anni รจ terminata, l’entusiasmo di investire nella Thailandia continuerร a diminuire.
