Infatti, “dei 580 milioni di euro di debiti del gruppo dei traghetti, circa 100 sono proprio nei confronti di Fintecna. Il resto è ripartito in maniera equa tra finanziamenti ipotecari e revoca”, chiarisce il quotidiano di via Solferino.
Mercoledì 4 era stata annullata la gara, a poche ore dal via libera della Camera al decreto che rendeva possibile il passaggio della compagnia di navigazione pubblica e della Siremar alla Mediterranea Holding, una società che per il 37 per cento appartiene alla Regione Sicilia.
Poi il giorno successivo, dopo il no di Fintecna (100% Tesoro) alla richiesta di slittamento della firma del contratto per trovare un accordo con le 53 banche creditrici di Tirrenia sul debito di 580 milioni, Mediterranea ha chiesto a Fintecna di fissare un nuovo termine.
Per la cordata di imprenditori guidata dalla Regione Siciliana, ”Fintecna ha preteso l’impossibile” ma ”si impegna a proseguire gli sforzi per evitare lo smembramento di Tirrenia e Siremar e rilanciarne la operativita”’ anche a tutela dei lavoratori ”da conservare nella totalità dell’organico”. I sindacati invece temono ”lo spezzatino” e chiedono una convocazione urgente al governo per garantire omogeneita’ di soluzioni occupazionali e contrattuali per i 4.000 lavoratori. La Uiltrasporti sosterrà ”qualunque azione di lotta” per impedire ”lo spezzatino del gruppo Tirrenia” ed è pronta a scioperare. La privatizzazione – è la richiesta dell’Ue – deve essere effettuata entro il 30 settembre.