L’incasso, tenendo conto delle feste natalizie, non è stato certo deludente: 20 miliardi di euro in due sole mattine. Lo Stato italiano ha infatti scelto questi giorni per mettere all’asta i suoi titoli (BoT, CcT indicizzati all’Euribor, BTp e CTz) e le prime indicazioni del mercato dicono che le obbligazioni made in Italy piacciono e non poco.
Il segnale del mercato è chiaro: del nostro Paese ci si fida ancora. Anche perché, come spiega il Sole 24 Ore, “l’Italia, assecondando realisticamente l’aumento dei rendimenti imposto dagli scambi sul secondario senza però strapagare, è in grado di portare a casa la raccolta di fondi programmata anche in condizioni di mercato molto avverse”.
Un messaggio in sostanziale continuità con quello diffuso, per tutto il 2010, dal responsabile della gestione del debito pubblico al Tesoro Maria Cannata. Scenari come quello greco e quello irlandese, insomma, sembrano un po’ più lontani.
Fondamentale, a questo punto, per ricambiare la fiducia degli “acquirenti di debito” stranieri (hanno acquistato circa 700 dei 1.552 miliardi dei titoli di Stato in circolazione), sarà il continuare con la politica del rigore nel tenere a costo i conti pubblici.