TRANI – La procura di Trani rinvia a giudizio Standard & Poor’s e Fitch per i voti sul debito italiano. Sono stati rinviati a giudizio sei tra manager ed analisti di Standard & Poor’s e ad altri due dell’agenzia Fitch, accusati di manipolazione del mercato. I rinvii a giudizio, che riguardano anche le due società, si riferiscono a report emessi tra il 2011-2012 sull’affidabilità del sistema creditizio e sul declassamento del rating Italia.
Dopo i rinvii a giudizio per manipolazione del mercato di Standard & Poor’s e Fitch e di analisti e manager delle due società, la procura di Trani invierà domani a Consob ed Esma (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) una lettera alla quale sarà allegata copia del decreto che dispone il giudizio per “gli eventuali provvedimenti di competenza”. Il processo comincerà il 4 febbraio 2015. Gli imputati sono accusati dalla procura di Trani di manipolazione del mercato aggravata dalla ‘rilevante offensività’ (perché il reato è commesso ai danni dello Stato sovrano italiano) e dalla rilevantissima gravità del danno patrimoniale provocato.
Per Fitch sono imputati David Michael Willmoth Riley, capo rating sovrano della sede di Londra, e il responsabile legale Trevor Pitman, per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. Per Fitch gli imputati sono accusati di aver rilanciato – dal 10 al 18 gennaio 2012 – “indebiti annunci preventivi di imminente declassamento” dell’Italia, mai decretato ufficialmente dell’agenzia Fitch fino al 27 gennaio 2012, “così divulgando a mercati aperti informazioni che dovevano restare riservate, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari”. Sempre per Fitch viene ipotizzato anche l’abuso di ‘prestazione d’opera’ essendo l’agenzia legata al ministero dell’Economia in forza di un contratto di fornitura del servizio pubblico di rating in relazione alle emissioni di titoli di debito della Repubblica Italiana.
Per Standard & Poor’s rischiano il rinvio a giudizio Deven Sharma, presidente mondiale di S&P Financial Service dal 2007 al 23 agosto 2011; Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa-Londra, e gli analisti del debito sovrano: Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. Al sesto imputato, David Pearce, legale rappresentante di S&P-Londra, viene contestata la responsabilità amministrativa della società. Manager e analisti di S&P sono accusati di aver fornito “intenzionalmente” ai mercati finanziari – tra maggio 2011 e gennaio 2012 – quattro report contenenti informazioni tendenziose e distorte sull’affidabilità creditizia italiana e sulle iniziative di risanamento e di rilancio economico adottate dal governo italiano, “per disincentivare – secondo l’accusa – l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il valore”. L’ultimo report sotto accusa è quello con cui S&P, il 13 gennaio 2012, decretò il declassamento del rating dell’Italia di due gradini (da A a BBB+).
La difesa delle agenzie di rating. “Crediamo fermamente che queste accuse siano completamente infondate e non supportate da alcuna prova”. Lo afferma in una dichiarazione S&P dopo il rinvio a giudizio deciso dal gup di Trani. “Abbiamo sempre svolto il nostro ruolo con coerenza, fornendo una opinione indipendente sul merito di credito dell’Italia in linea – spiega la società – con le nostre metodologie internazionali, con i nostri standard di qualità e integrità, e con la regolamentazione europea”. “Il merito di questa causa – aggiunge la società – sarà ora esaminato da un tribunale nel pieno contraddittorio tra le parti. Siamo fortemente convinti che, quando questo avverrà, saremo pienamente assolti da ogni accusa.”
Il pm: “Non c’è Consob, peccato”. “Sono soddisfatto per l’esito dell’udienza preliminare ma francamente sorpreso per l’assenza, finora, in questo delicato processo, della Consob. La sua presenza avrebbe dato un segnale importante ai mercati finanziari. Confido che questa importante istituzione possa in prosieguo partecipare al fianco del pubblico ministero e delle parti civili nella fase dibattimentale”. Lo dice all’ANSA il pm di Trani Michele Ruggiero.