Tremonti attacca le banche, non fanno il loro dovere

Giulio Tremonti torna alla carica. La vittima, anzi le vittime, sono sempre loro, le banche. Questa volta, però, a sorbirsi la tirata di orecchie del titolare di via XX settembre non è solo Bankitalia, ma la categoria tutta. Colpevole di non fare il proprio mestiere.

«L’impressione – dice Tremonti – è che i banchieri sia in vacanza, sia al lavoro, sia locali, sia centrali facciano qualcosa che non è il loro mestiere e che i governi non facciano qualcosa che è nel loro dovere».

«Nella montagna incantata – aggiunge il ministro dell’Economia nel corso di un incontro organizzato da Aspenia-Ispi riferendosi all’incontro di Davos – l’unico discorso politico di grande rilievo è stato quello del presidente francese».

E forse sono stati quei conti finalmente e apparentemente in rialzo che hanno fatto scorrere più adrenalina nelle vene di Tremonti e lo hanno spinto a questa ennesima esternazione. Proprio quella ventata di freschezza comunicata dal suo ministero: il mese di gennaio è stato positivo per i conti dello Stato. Il saldo di cassa registra infatti un avanzo di 4,2 miliardi contro un fabbisogno di 1,472 miliardi dello stesso mese del 2009.

Finalmente una boccata d’ossigeno che ha ridato forza al ministro dell’Economia. Il miglioramento che si è determinato a gennaio rispetto allo stesso mese del 2009 infatti «è dovuto sostanzialmente a un incremento del gettito tributario, nonché ad un impatto più favorevole dei flussi finanziari netti con l’Unione Europea, a causa di una diversa distribuzione temporale di incassi e pagamenti».

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Emiliano Condò