Tremonti: “Ok alle 3 aliquote Irpef. E basta favori a chi ha il gippone”

Giulio Tremonti

ROMA – “Meno aerei blu e più Alitalia e basta favori a quelli che hanno il gippone”. E’ la svolta moralizzatrice del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. ”C’è un enorme bacino da cui derivare risorse per fare la riforma fiscale e correggere l’andamento della finanza pubblica – spiega il ministro – E’ giusto dare assegni e benefici a chi ne ha bisogno. Ma non è giusto dare assegni a quelli che non hanno ragione di riceverli”.

”Nella spesa fiscale c’è un enorme catalogo di voci e regimi di favore, ci sono 471 voci di esenzioni che vangono in totale 150 miliardi in totale, si tratta di un magazzino da rivedere”.

“Credo che sia giusto un sistema con tre aliquote Irpef”, ha quindi spiegato Tremonti. Con una base imponibile ampia “le aliquote più basse possibili sono il miglior investimento per ridurre l’evasione fiscale”.

Una riforma, ha ribadito Tremonti, che non si può fare in deficit. “Risorse possono essere recuperate dalla riduzione della spesa assistenziale, togliendo a chi non ha diritto. Anche la politica deve fare la sua parte, dando l’esempio e portando le proprie remunerazioni nella media europea”.

In Italia il carico tributario è superiore di 3,5 punti di Pil rispetto alla media europea, pari a 54 miliardi di euro di maggiori imposte per i contribuenti aveva detto poco prima il presidente di Confartigianato, Giorgio Guerrini, nella sua relazione all’assemblea annuale. Secondo l’organizzazione, “gli imprenditori devono dedicare agli adempimenti di burocrazia fiscale 285 ore all’anno, equivalenti a circa 36 giorni lavorativi, il 43% in più rispetto alla media Ocse”.

“Noi crediamo in una riforma del fisco – ha sottolineato Guerrini – che abbia l’obiettivo di consolidare il rapporto di reciproca fiducia e rispetto tra contribuenti e amministrazione finanziaria. I cittadini e gli imprenditori devono essere messi nella condizione di adempiere a norme chiare, semplici e precise”. Per Confartigianato “serve un riequilibrio della pressione fiscale su imprese e lavoro, meno adempimenti e più fiducia tra Stato e cittadini. Crediamo in una riforma – ha aggiunto ancora Guerrini – che riduca la pressione fiscale, che la riequilibri a favore del lavoro e dell’impresa, che allinei la tassazione delle rendite ai livelli europei”.

Tuttavia, ha precisato il presidente di Confartigianato, “noi non vogliamo una riforma fiscale a tutti i costi: siamo per un riequilibrio della tassazione a favore delle imprese e del lavoro, per un allineamento della tassazione delle rendite a quella europea, non siamo per un salto nel buio spinto da fretta e tatticismi politici”.

Rivolgendosi poi al ministro dell’Economia, Guerrini ha osservato: “Forse le tasse possono davvero essere cosa buona e giusta se vengono percepite come un equo versamento per avere garantiti dallo Stato servizi pubblici all’altezza dei bisogni dei cittadini. Se però questo scambio non avviene – ha concluso – diventa davvero incomprensibile e insostenibile una così elevata pressione e complessità fiscale”.

Il ministro non ha risparmiato velate critiche ai vertici di governo. Citando la Rivoluzione francese ha detto: ”La mattina del 15 luglio 1789 il duca va dal re e gli dice, ‘Sire, hanno preso la Bastiglia’. ‘E’ una rivolta ?, chiede il re. ‘No maestà è una rivoluzione. Ma il re continua a pensare che sia una rivolta e alla fine gli tagliano la testa”. ”Voglio dire – ha spiegato il ministro – che siamo in una fase storica marcata da una fortissima discontinuità, la parola giusta per definirla è crisi, intesa come cambio di paradigma”.

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Maria Elena Perrero