Trichet contro il patto di stabilità: “Le nuove regole non vanno bene. Troppo morbide”

Jean Claude Trichet

Il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet, critica le nuove regole di bilancio Ue, giudicate da lui troppo leggere.

Questa settimana i ministri delle Finanze dell’Unione a 27 si sono accordati  sul rafforzamento delle regole di bilancio europee. La versione approvata è però diversa da quelle proposte dall’esecutivo europeo, soprattutto in tema di automatismi per le sanzioni ai Paesi che non rispettino i vincoli stabiliti per i conti pubblici.

Nell’accordo politico trovato dai ministri, i Paesi più rigoristi guidati dalla Germania hanno ceduto sul fronte dell’automaticità delle sanzioni per i Paesi non virtuosi ma avrebbero ottenuto l’impegno a valutare una possibile modifica dei trattati Ue per avviare una “fase due” della riforma del patto.

Sarebbe proprio questo compromesso giudicato da molti ”al ribasso”, sostenuto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese Nicolas Sarkozy, che non piace a Trichet, da sempre a favore di sanzioni dure per chi, in Eurolandia, non ha i conti a posto.

Secondo il Financial Times, la nota che Trichet vorrebbe aggiungere a margine della bozza di riforma del patto, chiarirebbe che ”il presidente della Bce non sottoscrive tutti gli elementi del rapporto dei ministri dell’Economia della Ue”.

Anche il membro del Consiglio direttivo della Bce, Juergen Stark, aveva criticato l’accordo, definendolo ”ben al di sotto delle proposte della Commissione Ue”, un testo che non recepisce ”le lezioni della crisi dei conti pubblici in Europa”.

Secondo l’attuale testo redatto dai ministri dell’Economia, le sanzioni per i Paesi non virtuosi non scatteranno appena uno Stato va in deficit eccessivo, ma solo dopo sei mesi se nel frattempo non saranno state prese le misure correttive necessarie. A quel punto le sanzioni saranno comminate dalla Commissione Ue e il Consiglio Ue le potrà respingere solo con una maggioranza qualificata degli Stati.

Sul fronte del debito, nel testo non compare alcun riferimento sull’entità del taglio dei debiti eccessivi (che Bruxelles nella sua proposta individua in un ventesimo l’anno)

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Maria Elena Perrero