BRUXELLES, 23 NOV – Solidarietà europea, quindi Eurobond, ma anche rigore e disciplina, quindi maggiore sorveglianza: la strategia della Ue per affrontare una crisi ''che peggiora di giorno in giorno'' passa per questi due principi sanciti oggi da Bruxelles, che da una parte apre ufficialmente il dibattito gia' acceso sui titoli comuni, a cui la Germania si oppone fermamente, e dall'altra stringe le maglie della sorveglianza sui conti pubblici mettendo i Paesi all'angolo, senza altra scelta se non rispettare le regole comuni e risanare le finanze con tempi e modi dettati dall'Europa.
Consapevole che il nome Eurobond fa paura, Bruxelles li ha ribattezzati 'Stability bond': ''Possono portare enormi benefici, faccio un appello a tutti gli Stati affinche' ne discutano con mente aperta e senza dogmi'', ha detto oggi il presidente della Commissione Ue Jose' Barroso, presentando la proposta che ha fortemente voluto nonostante la chiara ostilita' della Germania. Ma l'appello a Berlino non ha funzionato, e la cancelliera tedesca Angela Merkel ribadisce oggi che la proposta sulle euro-obbligazioni ''e' riduttiva e non funzionera'''.
STABILITY BOND. Tre le proposte di titoli comuni messe a punto dalla Commissione: quelli destinati a sostituire in toto le emissioni nazionali e garantiti da tutti i Paesi, quelli che le sostituiranno solo in parte (ad esempio fino al 60%), e quelli che le sostituiranno solo in parte con un sistema di garanzie piu' articolato. Una quarta soluzione potrebbe essere un mix tra le tre, fissando una roadmap per un percorso a tappe. Il vantaggio degli Stability bond sarebbe un immediato alleviarsi della pressione sui debiti sovrani con un abbassamento degli spread. Il rischio invece e' che i Paesi in difficolta' potrebbero approfittarsene e proseguire i loro comportamenti poco virtuosi. Per questo Bruxelles ritiene necessaria una maggiore vigilanza.
VIGILANZA RAFFORZATA. Potra' essere applicata dalla Commissione – sentito lo Stato interessato – a qualsiasi Paese dell'Eurozona in ''gravi difficolta''' finanziarie, e comportera' uno stretto monitoraggio (anche con la Bce) dell'azione di politica economica con l'invio regolare di ispettori e la possibilita' di chiedere ulteriori misure correttive oltre a quelle varate dal governo interessato. Il 'commissariamento' di Bruxeles potra' spingersi fino a proporre al Consiglio Ue di 'raccomandare' al Paese posto sotto tutela di ricorrere a un programma di aiuti finanziari. I Paesi che avranno ricevuto aiuti, anche se solo in via preventiva, resteranno sotto la lente Ue almeno fino a quando non avranno rimborsato almeno il 75% dei fondi ricevuti.
POTERE UE SULLE FINANZIARIE. La Commissione vuole un potere 'ex ante' sulle politiche di bilancio dei Paesi della moneta unica, perche' oggi la ritiene l'unica garanzia per far rispettare le regole a tutti. I Paesi dell'Euro dovranno quindi sottomettere le loro finanziarie alla Commissione e all'Eurogruppo entro il 15 ottobre e Bruxelles potra' chiedere delle modifiche entro due settimane se prevede il rischio di violazione dei vincoli del Patto di stabilita' e di crescita. I governi nazionali dovranno a quel punto tenerne conto, se non vogliono incorrere nel rischio di una procedura. I rappresentanti della Commissione potranno recarsi davanti ai Parlamenti nazionali per spiegare i motivi dell'azione intrapresa dall'Ue.
