ROMA – Una spesa fuori misura. La macchina politica in Italia costa 24,7 miliardi di euro l’anno. Nella lunga lista che comprende parlamentari, ministri, presidenti ai vari livelli, sindaci, assessori, consiglieri per finire agli addetti dei vari uffici di supporto, rientrano 1,3 milioni di persone.
Persone che vivono direttamente o indirettamente di politica. Il cui peso è pari a circa il 2% del Pil nazionale. A fotografare questo ”esercito” – come viene definito – è un rapporto realizzato dalla Uil. Con un obiettivo chiaro: ridurre i costi della politica.
”Una delle tante anomalie” italiane, commenta il numero uno del sindacato di Via Lucullo, Luigi Angeletti, paragonandola ad ”un tumore”: ”Negli ultimi 10 anni i costi della politica sono stati incrementati del 40%. In nessun altro Paese europeo si e’ avuto un tale aumento”.
La Uil lancia così la campagna ”Meno costi della politica = meno tasse”. E lo fa con il supporto di stime e simulazioni: i 24,7 miliardi di euro (equivalgono al 12,6% del gettito Irpef, pari a 646 euro medi annui per contribuente) sono la somma dei costi diretti e indiretti della politica che ammontano a circa 18,3 miliardi di euro, a cui si aggiungono i costi derivanti da un ”sovrabbondante” sistema istituzionale, quantificabili in circa 6,4 miliardi di euro.
Già con una riforma che ammoderni e renda più efficiente il sistema istituzionale – suggerisce la Uil – questi 6,4 miliardi si possono risparmiare. Ed ancora: altri 3,7 miliardi si potrebbero ottenere con una riduzione del 20% dei costi diretti e indiretti della politica (pari come detto a 18,3 miliardi), senza ridurre ”minimamente” il servizio ai cittadini e senza intaccare i processi democratici, alla base delle istituzioni, sostiene la Uil.
Per un risparmio complessivo di 10,1 miliardi l’anno a disposizione per politiche fiscali e/o sociali a vantaggio di tutti i cittadini. Una cifra sufficiente – dice – per azzerare le addizionali regionali e comunali Irpef. Oppure, se dirottata a solo favore di dipendenti e pensionati, per ottenere, ad esempio, una permanente detassazione della tredicesima con un vantaggio economico pari a 400 euro in busta paga.
”Non sarà facile”, dice Angeletti, ma ”siamo convinti che è da fare”, anche per restituire ”un po’ più di credibilità alla politica italiana”. I numeri, poi, lo esplicitano: ”Un direttore generale = assistenza domiciliare per 40 persone non autosufficienti”; ”Tre auto blu = tre classi di scuola materna”; ”Tre commissioni regionali = due musei aperti tutto l’anno”. Equazioni che campeggeranno sui manifesti preparati dalla Uil a sostegno della sua campagna.