ROMA – La Uil ha formalizzato la disdetta del protocollo del ’93, un accordo storico, uno dei capisaldi del risanamento dell’economia italiana. Lo firmarono 18 anni fa le parti sociali e il governo Ciampi dopo un anno e mezzo di concertazione.
Con quell’intesa veniva introdotta l’esistenza delle Rsu, le rappresentanze sindacali unitarie elette per due terzi dai lavoratori, al posto delle Rsa. Proprio su questo argomento Fiat, con gli accordi separati, ha già fatto un passo indietro. Cancellare l’accordo del ’93 ”vuol dire avallare quello che e’ accaduto in Fiat e cancellare un soggetto eletto da tutti i lavoratori”, aveva detto il leader della Fiom, Maurizio Landini, sospettando manovre ”in soccorso” al Lingotto.
E’ stata dunque consegnata dal segretario generale della Uil, Luigi Angeletti alla presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero del lavoro e a tutte le parti sociali, la preannunciata lettera di disdetta, che era stata definita come strada per ”una accelerazione” del confronto sul tema della rappresentanza.
Per Susanna Camusso, leader della Cgil, lo stop all’accordo sarebbe ”un errore totale”. Intanto la Confindustria guidata da Emma Marcegaglia ha annunciato una lettera ai sindacati per invitarli a ”discutere insieme una proposta sulla rappresentanza e sull’esigibilita’ dei contratti”, con ”un incontro da tenere questa settimana o all’inizio della prossima”.
Sul confronto pesano la possibile uscita di Fiat dal sistema di viale dell’Astronomia, l’esito dei ricorsi Fiom: sabato prossimo arriverà in Tribunale a Torino per la prima udienza dopo il ricorso del sindacato contro l’intesa apri-pista siglata lo scorso giugno per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco con le altre organizzazioni dei metalmeccanici.
Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi spera in un’ ”intesa tra le parti sociali per lo sviluppo di relazioni industriali di prossimità ”, perché ”bisogna velocizzare sui cambiamenti alle relazioni industriali nel nostro sistema”. Secondo Sacconi va completato il lavoro fatto con la riforma del 2009 (firmata da Confindustria con Cisl e Uil, con il no della Cgil),  ”dando agli accordi aziendali il potere di regolare tutti gli aspetti che riguardano l’organizzazione del lavoro”.