L’era digitale è iniziata da un pezzo, ma lo Stato Italiano spende fra i 3 e i 3,5 miliardi di euro per gestire, conservare e trasmettere una montagna di documenti (calcolati in 130 milioni) e atti cartacei (150 milioni) che la macchina dell’amministrazione pubblica continua a sfornare. Tutto questo a discapito di tutti i progetti di informatizzazione e di e-government.
Ci sta provando il ministro Renato Brunetta, che ha messo 1,4 miliardi di euro in campo per il suo piano E-gov, scadenza 2012, in collaborazione con Poste Italiane e le maggiori banche. Fra gli obiettivi, permettere ai cittadini di ottenere documenti come il passaporto o lo stato di famiglia via bancomat. Il rischio? Che il nuovo piano – come quelli che l’hanno preceduto negli ultimi 10 anni – rimanga solo sulla carta.
Asa