Unicredit. Aabar primo socio del post-aumento con il 6,5% del capitale

MILANO – Comincia a delinearsi la mappa dell’azionariato di Unicredit post-aumento. Il fondo di Abu Dhabi Aabar e’ il primo azionista con il 6,5 per cento detenuto al 14 febbraio scorso per effetto dell’esercizio di una call. Il dato emerge dagli aggiornamenti Consob sulle partecipazioni rilevanti, che indica inoltre altre variazioni di quote al 10 febbraio, data di iscrizione nel registro delle imprese della maxi-ricapitalizzazione da 7,5 miliardi di euro.

Gli americani di Capital Research sono scesi al 2,73% dal precedente 5,4%, anche se si fa notare che le azioni in mano al fondo Usa (oltre 150 milioni) sono superiori a quelle detenute pre-aumento (104 milioni). L’effetto e’ una diluizione su una base di capitale maggiore rispetto al periodo pre-ricapitalizzazione. Dalle comunicazioni della Commissione guidata da Giuseppe Vegas e’ risultata poi ridotta all’1,78% la quota di Mediobanca, che deteneva il 5,2% senza diritti di voto a garanzia dei cashes. Le azioni al servizio dei cashes (96 milioni) rimangono le stesse ma i possessori degli strumenti (Aabar, De Agostini, Crt, Lia) hanno ricevuto i diritti e questo spiega la diluizione di Piazzetta Cuccia.

In caso di esercizio, chi ha esercitato i diritti sui cashes ha acquisito una partecipazione diretta della banca. In tal senso De Agostini ha sottoscritto i diritti collegati ai cashes da 100 milioni di euro gia’ in portafoglio. Dagli aggiornamenti Consob e’ arrivata anche la conferma che Crt e’ al 3,3%. L’ente detiene il 3,85%, ma lo 0,51% è senza voto. L’altra fondazione di peso, Cariverona, che pre-aumento deteneva il 4,2% del capitale di Piazza Cordusio, ha deliberato di sottoscrivere la quota del 3,51%: totalmente finanziata con mezzi propri, senza vendita di diritti e senza ricorso all’indebitamento.

Da verificare ancora post ricapitalizzazione le partecipazioni di Blackrock (pre-aumento al 3,1%) e dei soci libici Central Bank of Libya e della Lia. Mentre Carimonte e il Gruppo Allianz dovrebbero mantenere inalterate le proprie quote, rispettivamente al 2,9% e al 2 per cento. Bisognera’ poi attendere presumibilmente l’assemblea della prossima primavera per capire quanto e’ in mano ai soci privati: Della Valle, Del Vecchio e Caltagirone dovrebbero aver acquistato delle piccole quote.

”Quando qualcuno crede nel nostro istituto siamo solo felici”. Lo ha detto Fabrizio Palenzona, vicepresidente di Unicredit, a chi chiedeva un commento sull’incremento della quota da parte del fondo Aabar di Abu Dhabi.     ”Erano gia’ nell’azionariato, non e’ una novita”’ ha sottolineato Palenzona a margine di un convegno sulla utility organizzato da Accenture. Per quanto riguarda possibili contraccolpi nella composizione del cda legati al rafforzamento di Aabar, il vicepresidente di Unicredit si e’ limitato a dire: ”chiedetelo agli azionisti”.

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