E’ terminato ieri sera, dopo una riunione durata quasi cinque ore e mezza, il Cda straordinario di Unicredit, convocato per varare il piano anti-crisi con le misure di rafforzamento patrimoniale. «Abbiamo approvato tutto, abbiamo fiducia nel nostro istituto» ha detto il consigliere di Unicredit Piero Gnudi, lasciando la banca dopo il Cda.
Piano anti-crisi da 6,6 miliardi. Il consiglio di amministrazione di Unicredit ha approvato un piano anti-crisi da 6,6 miliardi di euro per rafforzare la patrimonializzazione del gruppo per raggiungere un Core Tier 1 ratio del 6,7%. Nel dettaglio le azioni per il rafforzamento del capitale, spiega Unicredit, includono, da una parte, il pagamento del dividendo relativo al 2008 in nuove azioni, per un ammontare complessivo atteso pari a 3,6 miliardi di euro. Dall’altra, il collocamento di strumenti convertibili Core Tier 1 (cashes) per complessivi 3 miliardi presso un gruppo di investitori istituzionali.
La stima dell’utile netto 2008 rivista a 5,2 miliardi. Unicredit nel 2008 punta a un obiettivo per l’utile netto di gruppo pari a circa 5,2 miliardi, cioè un utile per azione ante aumento di capitale di 0,39 euro contro il precedente target di 0,52 euro. Il gruppo di Piazza Cordusio sottolinea in una nota come l’obiettivo di fine anno sia di raggiungere un Core Tier 1 del 6,7 per cento. Il cambiamento degli obiettivi è dovuto «alle deteriorate condizioni di mercato che hanno compromesso la performance delle relative attività e dal ritardo di dismissione di asset da parte di Unicredit.
Soci e investitori impegnati per tre miliardi. I principali azionisti di Unicredit insieme ad altri investitori istituzionali si sono impegnati a sottoscrivere fino a 3 miliardi di euro negli strumenti finanziari "cashes" previsti dal piano. Di questi, 2 miliardi sono già stati approvati dai rispettivi organi deliberativi, mentre ulteriori ordini fino a 1 miliardo sono in attesa di approvazione nei prossimi giorni. Advisor del piano sono Unicredit Markets & Investment Bank, Mediobanca e Merrill Lynch: hanno agito per le misure di rafforzamento del capitale, la strutturazione degli strumenti e hanno
collocato i "cashes".
Cosa sono i "cashes". I "cashes", spiega Piazza Cordusio, sono strumenti finanziari che danno facoltà agli investitori di convertirli in nuove azioni ordinarie Unicredit la cui emissione è soggetta alle necessarie autorizzazioni preventive. Questi strumenti sono remunerati con una cedola pari all’Euribor a tre mesi, maggiorato di 450 basis points, in linea con le condizioni di recenti operazioni bancarie di ricapitalizzazione, e il loro prezzo di conversione è fissato in 3,083 euro (prezzo di riferimento in Borsa di venerdì scorso). Potranno essere convertiti dopo 40 giorni dall’emissione e saranno convertiti automaticamente in azioni ordinarie Unicredit qualora la quotazione di queste ultime ecceda il 150% del valore di conversione (ovvero 4,6245 euro) in un dato periodo, a partire dal settimo anno.
Assemblea a novembre su aumento di capitale. Il consiglio di amministrazione di Unicredit ha convocato l’assemblea straordinaria degli azionisti nel prossimo mese di novembre. L’obiettivo è di «concludere l’operazione prima possibile e in ogni caso entro il primo trimestre 2009». L’assemblea sarà chiamata ad approvare un aumento di capitale per complessivi 973 milioni di nuove azioni ordinarie ad un prezzo pari a 3,083 euro per azione, pari al valore di riferimento alla chiusura di Borsa italiana lo scorso venerdì 3 ottobre.
Il presidente di Unicredit: fiducia dei soci nella solidità finanziaria. «Il sostegno convinto dato dai nostri principali azionisti al piano di rafforzamento del capitale – ha detto il presidente di Unicredit, Dieter Rampl, al termine del Cda – è un chiaro messaggio di fiducia nel gruppo, nel suo modello di business diversificato e nella sua solidità finanziaria. Il cda ha voluto sottolineare il suo forte sostegno e la sua completa fiducia nel management».
«Ora siamo tra i gruppi con più alta patrimonializzazione d’Italia». «Questa operazione fa di Unicredit uno dei gruppi con il più elevato livello di patrimonializzazione in Italia». Rampl si è poi detto convinto che «la performance commerciale e un’ancora più solida base patrimoniale continueranno a rappresentare gli elementi chiave per la creazione di valore di Unicredit a beneficio dei suoi azionisti, dei suoi clienti e dei suoi dipendenti».
La Fondazione Crt aderisce al piano anti-crisi di Unicredit. Il consiglio di amministrazione della Fondazione Crt ha deciso di aderire al piano anti-crisi di Unicredit che prevede anche un aumento di capitale.
Il titolo UniCredit entrerà in contrattazione in Piazza Affari con un’ora di ritardo. Lo annuncia un portavoce di Borsa Italiana precisando che il titolo del gruppo di Piazza Cordusio andrà in validazione alle ore 10,00 e quindi in negoziazione alle 10,05.