
Secondo il Financial Times ”il paracadute d’oro da 40 milioni di euro” garantito all’ex amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo è solo “un’assurdità”. E’ questo il titolo di un’analisi sull’uscita dell’ex numero uno di Unicredit, firmata da Jenkins Patrick, in cui si sottolinea tra l’altro la ”totale assenza di indignazione” per la buonuscita concessa la manager.
Si tratta del pagamento ”piùgeneroso di quanto qualsiasi altro amministratore delegato di una banca di dimensioni simili abbia mai ricevuto”, nota l’autorevole quotidiano finanziario, segnalando poi che ”Profumo non deve assumersi la responsabilità esclusiva per tale oltraggio. E’ stato, dopo tutto, il consiglio di UniCredit che ha approvato il piano di separazione”.
Il Financial Times, quindi, si chiede ”che cosa ha fatto un solo uomo per meritare questo tipo di elargizione?” e ricorda le considerazioni di quanti difendono la buonuscita: la crescita dimensionale, le clausole contrattuali di Profumo e la considerazione che Matteo Arpe sia stato ‘liquidato’ a suo tempo con 30 milioni da Capitalia.
Il quotidiano finanziario insiste però sul fatto che si tratti di una buonuscita totalmente disallineata rispetto a casi simili. Ricorda che l’Ad di Hsbc Michael Geoghegan riceverà 1,42 milioni di euro per l’uscita dalla banca e Eric Daniels del Lloyds che non avrà alcun compenso extra. Il Ft stigmatizza quindi il fatto che questo ”paracadute d’oro” di Profumo non fosse neppure indicato nella relazione annuale della banca e invita così gli azionisti a vigilare sul tema o quanto meno gli istituti di credito a mosse più moderate in un momento di austerità come quello attuale, ”se vogliono evitare che le banche e il loro personale diventino figure ancor più di quanto già non siano”.
