Il consiglio ha votato all’unanimità, col solo voto contrario della consigliera indipendente Reichlin, di dare mandato al presidente Dieter Rampl di offrire ad Alessandro Profumo la risoluzione consensuale del rapporto a precise condizioni con le dimissioni contestuali. Se non le accetterà il Cda ha già deliberato la revoca delle deleghe attribuendole al presidente e risolvendo il rapporto con l’ad. A fronte di questa situazione Profumo, poco prima di mezzanotte, ha ceduto al volere del Cda firmando la lettere di dimissioni. Sembra che all’ormai ex amministratore delegato andranno 40 milioni di buonuscita.
01:09 Il cda di Unicredit ”ha dato mandato al presidente Rampl di identificare e proporre il successore di Alessandro Profumo nelle prossime settimane”. E’ quanto si legge nel comunicato diffuso dopo il cda straordinario dell’istituto. ”Fino alla nomina di un nuovo amministratore delegato, il Cda – prosegue il comunicato – ha trasferito in via temporanea le deleghe esecutive al presidente Dieter Rampl, che, supportato dai deputy CEOs guidera’ il Gruppo”.
01:07 ”Il Cda di Unicredit e Alessandro Profumo hanno, a seguito dell’orientamento maturato dal consiglio, concordato che, dopo 15 anni, e’ giunto il momento di un cambiamento al vertice del gruppo. Alessandro Profumo ha quindi rassegnato le dimissioni da amministratore delegato, che il Cda ha accettato, ringraziandolo per gli ottimi risultati raggiunti in questi anni”. E’ quanto si legge in una nota, diffusa dalla banca al termine del Cda.
23:45 All’ex amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, che ha firmato la risoluzione consensuale con l’istituto di credito, andra’ una buonuscita di circa 40 milioni di euro. Il banchiere percepiva uno stipendio di oltre 4 milioni di euro l’anno.
23:39 ”Siamo serenissimi” anche se siamo stati sottoposti a ”un notevole stress”. Cosi’ la moglie di Alessandro Profumo, Sabina Ratti, descrive l’epilogo dell’esperienza del marito alla guida di Unicredit. ”Comunque – ha aggiunto la Ratti lasciando lo studio legale Erede Bonelli Pappalardo – non e’ la fine del mondo. Non c’e’ mica solo Unicredit”. ”Non fatemi dire altro”, ha poi aggiunto.
23:33 Una parte della buonuscita dell’amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo sara’ devoluto in beneficienza a Don Virginio Colmegna. ”Ci tengo a dirvi che una parte della buonuscita sara’ data in beneficenza a don Virgino Colmegna”, ha detto ai cronisti la moglie del banchiere, Sabina Ratti, indicando in ”due milioni” la cifra destinata alla Casa della Carita’. Sull’ammontare totale della buonuscita la Ratti si e’ limitata a dire che corrisponde a quello gia’ circolata.
23.23 Alessandro Profumo ”si e’ dimesso” dalla carica di amministratore delegato di Unicredit. Lo ha detto la moglie Sabina Ratti lasciando lo studio Eredi Bonelli Pappalardo. ”C’e’ stata una richiesta del consiglio di amministrazione e si e’ dimesso. Ha firmato, ha rassegnato le dimissioni”, ha spiegato.
23:02 Timori e diverse posizioni dei sindacati del settore credito dopo l’uscita dell’ad di Unicredit, Alessandro Profumo. Il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, si dice ”preoccupato” per lo scontro che si e’ consumato nelle stanze dello ”strapotere delle tecnocrazie” e esprime solidarieta’ nei confronti dei quel manager che ”ha costruito una delle banche piu’ potenti del mondo, che ha garantito stabilita’ occupazionale”. Preoccupato appare anche il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, che sottolinea l’assenza di ”trasparenza e chiarezza nelle scelte che si stanno compiendo, dei motivi per i quali avvengono le cose che stanno avvenendo” anche perche’, ricorda, ”quello che sta avvenendo nel piu’ grande istituto di credito italiano, fra i maggiori europei, ha una sua importanza per tutto il paese” Da domani, intanto, dovrebbe riprendere la trattativa sugli esuberi nel gruppo bancario (4.700 unita’). E c’e’ chi, come la Uilca chiede di rinviare la trattativa e chi, come l’Ugl, di proseguire il confronto in un clima ”sereno”. ”Alessandro Profumo, al quale rinnovo, in questo momento, la stima profonda maturata in lunghi anni di intensa dialettica sindacale, – dice Giuseppe Gallo, segretario generale Fiba Cisl – ha rappresentato nell’universo imprenditoriale europeo il valore dell’autonomia del top management e i grandi risultati che essa ha favorito attraverso la costruzione di Unicredit, uno dei piu’ solidi e competitivi gruppi bancari e finanziari internazionali”. La sua uscita di scena ”suscita legittimamente timori di regressioni strategiche e gestionali, in particolare nelle politiche del credito e nella gestione del personale”. ”Riteniamo – prosegue – che la democrazia economica sia storicamente matura e necessaria: perche’ rafforza l’azione negoziale che le organizzazioni sindacali stanno mettendo in campo, con la massima determinazione ed efficacia nella trattative per l’unificazione del Gruppo Unicredit”. Per il segretario generale Uilca Massimo Masi le dimissioni sono ”il risultato della partitocrazia nel mondo credito. Ora serve una verifica rigida della politica aziendale”. La Uilca, di concerto con le altre Organizzazioni Sindacali – annuncia quindi Masi – ”valutera’ le conseguenze di questo cambio al vertice di UniCredite fin da ora chiede alla nuova governance di fare chiarezza sulle politiche aziendali e di esprimersi sul destino del progetto One4C”. Inoltre ”la trattativa avviata sugli esuberi potra’ eventualmente riprendere solo dopo tale verifica”. Infine Fabio Verelli, segretario nazionale dell’Ugl Credito, afferma: ”indipendentemente da chi prendera’ il posto dell’amministratore delegato di Unicredit e da quale sara’ il futuro assetto del nuovo vertice del Gruppo, e’ necessario che il confronto tra sindacati e azienda sugli esuberi previsti dal progetto della Banca Unica continui nel clima piu’ sereno possibile”.
23:01 E’ terminato il Cda di Unicredit. La riunione e’ durata circa quattro ore e mezza. A breve e’ atteso un comunicato
22:45 Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, e’ da alcune ore nello studio legale Bonelli Erede Pappalardo a Milano. Qui il banchiere sta valutando le condizioni della sua uscita.
22:41 Il consiglio di Unicredit ha deliberato all’unanimita’ col solo voto contrario della consigliera Reichlin di dare mandato al presidente Dieter Rampl di offrire ad Alessandro Profumo la risoluzione consensuale del rapporto a precise condizioni con le dimissioni contestuali entro la mezzanotte di oggi. Se non le accetterà il Cda ha gia’ deliberato la revoca delle deleghe attribuendole al presidente e risolvendo il rapporto con l’a.d.
22:32 Il Cda di Unicredit ha sfiduciato l’amministratore delegato Alessandro Profumo. Lo si apprende da fonti del board, mentre la riunione e’ ancora in corso per definire, viene spiegato, ”i dettagli degli ultimi passaggi di deleghe”.
21.44 Si va verso la conclusione del Cda di Unicredit. Ha lasciato la sede anche il consigliere Salvatore Ligresti.
21:21 ”Ritengo che si trovera’ una soluzione condivisa per Unicredit che passera’ per l’uscita di Profumo”. E’ la previsione di Giovanni Puglisi, presidente della Fondazione Banco di Sicilia, uno dei soci di Piazza Cordusio, mentre e’ in corso il Cda per valutare le dimissioni dell’amministratore delegato. ”Sangue non ne scorrera”’ assicura Puglisi all’ANSA.
20:40 Scontro all’interno del Cda di Unicredit sulle dimissioni dell’amministratore delegato Alessandro Profumo. All’interno del cda, riferisce una fonte qualificate all’ANSA, ci sono consiglieri che si oppongono all’addio del banchiere. I toni, a quanto si apprende, sarebbero molto accesi.
18:45 ”Il quadro di questa vicenda deve far riflettere: gli azionisti hanno tutti i diritti, e possono sfiduciare e cambiare il management, a partire dall’Amministratore delegato. Ma in questa vicenda non c’e’ dubbio che ci siano state interferenze pesanti della politica, a partire dalla Lega, che con il suo leader ha detto esplicitamente qualche mese fa che occorreva ‘occupare le banche’. Si tratta di capire se la politica abbia fornito il pretesto per alcuni consiglieri di amministrazione”. Lo ha detto il deputato del Pd Matteo Colaninno, intervistato da Radio Radicale. ”Unicredit capitalizza circa 40 miliardi di Euro, ha azionisti in tutto il mondo, molti sono Fondi, e l’Italia rischia di offrirsi in questo modo, alla comunita’ internazionale, con l’immagine di un Paese in cui la politica vuole rimettere le mani nel sistema bancario. Non c’era nessuna scalata libica. Unicredit – sottolinea – e’ banca che ha una rilevanza importante per il nostro Paese, ma probabilmente ha gia’ oggi piu’ azionisti non italiani che italiani. Le leggi italiane devono essere rispettate, e se queste vengono rispettate la politica deve stare al suo posto. Sembra ad oggi che ci siano state delle pesanti divergenze con gli azionisti tedeschi, a partire dal Presidente Rampl, e con alcune delle Fondazioni azioniste della banca. Nella fondazione Cariverona la Lega ha platealmente affermato di voler contare molto di piu’. Dice la Lega che lo fa ‘per il territorio’. Ma la governance di una banca nulla c’entra con gli interessi dei territori”. ”Fare banca – spiega Colaninno – e’ un fatto indipendente dagli azionisti delle fondazioni, e devono essere gli executives delle banche a decidere a chi fare un prestito, non certo la politica”.
17:38 ‘Mi pare che quanto è successo abbia un significato evidente”. Commenta con queste parole Dino De Poli, presidente della Fondazione Cassamarca, azionista dell’istituto di Piazza Cordusio, le dimissioni dell’ad di Unicredit, Alessandro Profumo. De Poli era stato tra coloro che in questi mesi avevano ripetutamente segnalato il ”disagio” delle Fondazioni per la scarsa considerazione che questi soci, a loro dire, avevano da Profumo. ”Adesso – aggiunge il patron di Cassamarca – si nominera’ un nuovo amministratore delegato e ognuno farà la propria parte”. In merito al ruolo che avrebbero avuto nelle decisioni di Profumo gli attacchi della Lega al top management, in particolare per il volume crescente di partecipazioni di societa’ libiche, De Poli ha detto di essere convinto che ”questo non c’entra”. ”La Lega – ha concluso – e’ capace di produrre solo parole”.
17:02. “Quella di Profumo e del suo successore è una scelta che spetta al cda e ai soci. Dopodichè, io auspico soprattutto che adesso gli organismi di controllo, Bankitalia, Consob, fermino la scalata libica a Unicredit”. Cosi’ il sindaco di Verona, il leghista Flavio Tosi, commenta le dimissioni annunciate poco fa da Alessandro Profumo. ”In questa vicenda – ha ricordato Tosi – io sono intervenuto come sindaco che rappresenta un territorio nel quale questa banca, Unicredit, ha molti interessi. A prescindere dal ruolo di Profumo, io ho manifestato la preoccupazione riguardo alla possibilita’ che l’istituto, per il legame che ha con il nostro territorio, potesse passare sotto il controllo libico”. Il Comune di Verona esprime diversi consiglieri in Cariverona, la cui Fondazione detiene il 4,98% di Unicredit.
16:51 E’ appena arrivato nella sede di Unicredit Farhat Omar Bengdara, Governatore della Banca centrale Libica azionista con il 4,98 per cento dell’istituto. E’ la prima volta che Bengdara, vice presidente di Piazza Cordusio, viene visto varcare la sede della banca per un consiglio di amministrazione.
16:45 Tarak Ben Ammar esclude che i soci libici possano essere irritati per la vicenda che sta riguardando i vertici di Unicredit e in particolare l’a.d. Alessandro Profumo. Lasciando la sede di Piazzetta Cuccia, dove ha partecipato alla riunione del patto di sindacato, il finanziere franco-tunisino ha risposto ”non credo” a chi gli chiedeva se i soci di Tripoli possano essere irritati per la vicenda Profumo. A chi poi gli chiedeva come un qualsiasi investitore possa vedere la situazione, Ben Ammar ha replicato: ”Non si preoccupa”.
16:39 Nessun commento da parte di Franz Zwikl al terremoto che sta scuotendo il vertice di Unicredit. Il consigliere di Piazza Cordusio, facendo il suo ingresso nella sede della banca, ha opposto una lunga sfilza di no comment a domande sulle dimissioni di Profumo e sull’ingresso dei soci libici. ”C’e’ il cda, non sono cose di cui si parla per strada sono state le sue uniche parole”, ha detto.
16:38 ”Non ho nessun commento da fare, i fatti si commentano da soli. Se uno si dimette deve essere sostituito”. Lo ha detto il finanziere Salvatore Mancuso, ex presidente del Banco di Sicilia, interpellato sulle dimissioni di Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit. Mancuso e’ stato avvicinato mentre passeggiava nei pressi della sede di Unicredit.
16:24 L’amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo lascia l’incarico. E’ quanto indica il banchiere in una lettera al Cda.
16.06 Resta debole Unicredit in Piazza Affari in attesa di aggiornamenti sulle dimissioni dell’amministratore delegato Alessandro Profumo. Il titolo cede l’1,24% a 1,91 euro
16.05 Profumo, seduto davanti al fianco dell’autista, non ha abbassato il finestrino e non ha rivolto alcun cenno ai giornalisti assiepati all’uscita del palazzo. L’amministratore delegato ha lasciato la sede dell’istituto prima dell’inizio del Cda, convocato per le 18. In sede restano il presidente Dieter Rampl e tre vicepresidenti Vincenzo Calandra Bonaura, Luigi Castelletti e Fabrizio Palenzona. Quest’ultimo e’ uscito in macchina a meta’ mattina per partecipare al Cda di Mediobanca ed e’ rientrato verso le 14. In Piazza Cordusio sono presenti dalla mattinata anche tre dei quattro vice amministratori delegati: Sergio Ermotti, Roberto Nicastro e Paolo Fiorentino. Tra i consiglieri e’ stato visto entrare Franz Zwickl.
Ore 15:33 Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, ha lasciato uscendo in macchina la sede della banca.
Ore 15:12 Unicredit smentisce ufficialmente al momento le dimissioni dell’amministratore delegato Alessandro Profumo. Lo riferiscono fonti della banca dopo le voci circolate a riguardo e ricordano che qualsiasi decisione dovra’ essere ratificata dal Cda.
Ore 14:59 I legali di Unicredit e di Alessandro Profumo sono ancora al lavoro per arrivare a una soluzione condivisa. E’ quanto riporta l’Ansa mentre si susseguono le voci di dimissioni del banchiere in vista del Cda straordinario della banca.
Ore 14:54 E’ giallo sulle dimissioni di Profumo. Secondo l’agenzia Ansa “”fonti autorevoli negano che al momento il banchiere abbia già rassegnato le dimissioni”.
Ore 14.22 “L’amministratore delegato di Unicredit Profumo ha rassegnato le dimissioni”, lo scrive il Corriere della Sera.
Ore 14.16 Salvatore Ligresti, azionista di peso di Unicredit, si è detto “favorevole alla stabilità”.
Ore 13.55 Secondo indiscrezioni dell’agenzia Reuters, Rampl riceverà un mandato di tre settimane per trovare un ad esterno, in sostituzione di Profumo.
Ore 13.49 Secondo l’agenzia Apcom Profumo, al termine di una mattinata di riunioni in piazza Cordusio, va verso le dimissioni senza passare per una “conta” nel consiglio di amministrazione previsto per il tardo pomeriggio. Secondo altre fonti, invece, Profumo sarebbe pronto a combattere.
Ore 13.44 Lo scontro al vertice di Unicredit e le sorti del suo amministratore delegato trova ampio spazio anche sulla stampa internazionale. Il FINANCIAL TIMES, in prima pagina nell’edizione europea, pubblica un articolo intitolato ”Il capo di Unicredit pronto a dimettersi” che racconta del progressivo deterioramento dei rapporti di Profumo (accusato di essere ”autocratico” e ”usare la mano pesante”) con gli azionisti e con il presidente, il tedesco Dieter Rampl, fino al cda straordinario convocato per oggi.
Secondo fonti dell’autorevole quotidiano della City il successore di Profumo – per 15 anni amministratore delegato di Unicredit – ”prenderà il suo posto prima di Natale”. ”Alessandro Profumo su un seggiolino eiettabile”: questo il titolo di un breve articolo del quotidiano francese LES ECHOS nel quale ci si chiede se Profumo non stia ”vivendo le sue ultime ore alla guida di Unicredit. In ogni caso – si legge ancora – questa è la voce che corre a Milano”. Mentre nella banca, aggiunge, ”il clima è improvvisamente peggiorato tra l’amministratore delegato e gli azionisti storici italiani, come le fondazioni bancarie di Verona, Bologna, e Torino, o tedesche, come l’assicuratore Allianz, che pretendono da Alessandro Profumo lo stop all’ascensione della Libia nel capitale”. Concretamente, conclude Les Echos, Profumo è ”sospettato di aver organizzato l’arrivo dei libici per indebolire le fondazioni, con cui e’ in disaccordo strategico, e avvertire in questo senso il presidente del gruppo, Dieter Rampl”.
Ore 13.12 Mohammed Layas, numero uno dei fondo Lybian Investment Authority, ha precisato: «Tutte le relazioni tra la Libia e Unicredit sono gestite dalla banca centrale libica». Sia la banca centrale che il fondo sovrano libico detengono quote nell’istituto italiano.
Ore 12.58 Secondo quanto scrive il Sole 24 Ore è in arrivo l’accordo per evitare lo scontro in consiglio di amministrazione di UniCredit. Profumo potrebbe rassegnare le dimissioni prima del Cda previsto per le 18.
Ore 12.41 Secondo quanto scrive il quotidiano tedesco Financial Times Deutschland, Profumo rassegnerà le dimissioni dopo il consiglio di amministrazione straordinario dell’istituto. Il giornale ritiene inoltre ”probabile” che il cda non nominerà un sostituto di Profumo, ma che la poltrona verrà affidata ad interim al presidente di Unicredit, Dieter Rampl. Anche secondo il quotidiano Handelsblatt, Profumo rassegnerà le dimissioni.
Ore 12.36 Il capogruppo dell’Italia dei Valori in Commissione Finanze al Senato, Elio Lannutti, ha detto: «Brinderemo, non a champagne ma a spumante italiano, quando Profumo lascerà Unicredit».
«L’IdV ha sempre guardato con attenzione a quanto accadeva all’interno della più grande banca italiana ed è stato l’unico partito a chiedere, ormai da tempo, le dimissioni del suo amministratore delegato», ha aggiunto. «Le ultime vicende confermano come i bankster possano condizionare il sistema bancario, per cui ormai è necessaria una più rigida regolamentazione che impedisca a pochi personaggi senza scrupoli di fare loschi affari sulla pelle degli onesti; così come è indispensabile una revisione delle attività delle troppo spesso colluse o inadempienti autorità di vigilanza», ha continuato Lannutti.
«Più in generale è necessario contrastare un modo di fare banca basato sulla speculazione spregiudicata e sull’affarismo disonesto che danneggiano l’economia nazionale. Serve con urgenza una riforma profonda di Bankitalia e Consob, quest’ultima ancora senza guida, per evitare il conflitto di interessi tra controllori e controllati e sottrarre agli oligarchi funzioni delicate che nei Paesi democratici sono affidati alla sovranità popolare. Intanto stamattina il titolo Unicredit è partito in netto calo sui mercati europei mentre salgono le quotazioni della Banca libica: Gheddafi può dirsi soddisfatto, gli italiani no di certo», ha concluso.
Ore 12.30 Il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Roberto Castelli (Lega) non si è voluto sbilanciare sul caso Profumo: «Io non mi occupo di questioni bancarie». Poi ha detto: «Credo che nessuno al di fuori della banca possa esprimere giudizi».
Ore 12.13. La Consob monitora il titolo Unicredit in Borsa minuto per minuto e ha esteso l’analisi anche all’operatività delle sedute passate per valutare eventuali movimenti speculativi, alla luce di quanto emerso ieri e nel fine settimana sullo scontro al vertice del gruppo. L’autorità di controllo sul mercato è in contatto sia con la banca di Piazza Cordusio sia con Borsa Italiana, cui spetta la decisione di un’eventuale sospensione delle azioni in Borsa. Tuttavia uno stop – viene fatto notare – non avrebbe senso oggi perché l’incertezza sul destino dell’amministratore delegato Alessandro Profumo crea paradossalmente una situazione di parita’ informativa.
Finché un comunicato, atteso al termine del Cda, chiarirà se il banchiere lascerà o no la guida del gruppo, il mercato dovrà per forza di cose convivere per tutta la seduta con una situazione di incertezza, che si riflette intanto sull’andamento irregolare del titolo. Quest’ultimo dopo uno scivolone iniziale (-3%) ha ridotto le perdite e cede l’1%.
Ore 11.57 Il presidente di Unicredit Dieter Rampl non partecipa al consiglio di amministrazione di Mediobanca che sta esaminando i conti dell’esercizio chiuso a fine giugno. Rampl, vicepresidente dell’istituto di piazzetta Cuccia, era tra i consiglieri attesi stamani (mancano solo Jean Azema e Antoine Bernheim).
Ore 11.55 Matteo Colaninno, parlamentare del Pd intervistato da Radio 24 commenta: lo scontro in atto in Unicredit mostra una «pesante regressione del mercato finanziario italiano ad una decina di anni fa. È in gioco l’indipendenza del sistema bancario dalla politica e comunque l’indipendenza di fare banca da logiche che nulla hanno a che fare con l’esercizio dell’attività finanziaria. Questo è in gioco con il rischio delle dimissioni Profumo».
«Le Fondazioni facciano i loro interessi e quelli del territorio, ma la governance di una banca deve presidiarne l’indipendenza» ha aggiunto Colanninno. In caso di dimissioni di Profumo, ha osservato, «l’alternativa non è solo quella di perdere uno dei migliori manager italiani ma è quella di far tornare indietro agli anni ante novanta il sistema bancario italiano dove c’era la politica che entrava nelle banche, con il risultato che le banche non avevano nè la stessa attrattività rispetto agli investitori che hanno oggi, nè la stessa redditività».
«A me – ha concluso Colaninno – interessa che non ci sia il politico di turno che dica ad un amministratore delegato a chi dare gli affidamenti».
Ore 11.46 Unicredit ha ridotto le perdite in Borsa e il titolo ora cede l’1,03% a 1,92 euro. Dopo lo scivolone registrato in avvio, sulle ipotesi di un’ uscita di scena dell’amministratore delegato Alessandro Profumo, sul mercato in mancanza di certezze prevale un atteggiamento di prudenza, in attesa dell’esito del Cda convocato per stasera.
Ore 11.23. Il sindaco di Verona Flavio Tosi interviene ai microfoni di Radio 24 nel programma di Oscar Giannino, Nove in punto sulle vicende di Unicredit e di Profumo: «Fermare i libici al 5%. Quello che avevamo evidenziato come problema territoriale è anche un problema bancario e finanziario. Mi occupo di politica e non faccio il banchiere ma far entrare dei soci come Gheddafi ed i libici vuol dire far entrare dei soci che potrebbero non fare gli interessi di Verona e del Veneto». Su Alessandro Profumo il sindaco veronese utilizza una metafora: «Se ti trovi dalla sera alla mattina qualcuno in casa e nessuno ti ha avvisato e qualcuno lo sapeva è come se tu avessi il custode di casa tua che ti fa entrare uno senza avvisarti, più o meno quello che è successo in Unicredit». Più cauto sull’esito della riunione di oggi: «le voci dicono che oggi la situazione si sbloccherà e annusata l’aria direi di sì».
Ore 10.54. Il titolo Unicredit, partito in pesante calo a Piazza Affari, riduce le perdite e cede l’1,13% a 1,91 euro. «Se Alessandro Profumo decidesse di rassegnare le dimissioni – sottolinea in un daily report Banca Leonardo – ci aspettiamo un periodo di vuoto nella leadership (e una lotta interna per la riassegnazione del potere) e incertezza strategica con il rischio di più influenze politiche nelle decisioni di business». Equita Sim invece ha tagliato a ‘hold’ il suo giudizio, e Goldman Sachs, che mantiene il consiglio ‘buy’, ha però tolto il titolo dalla sua lista ‘convinction buy’.
Ore 10.56 «Il capo di Unicredit Profumo sul punto di lasciare»: è il titolo dell’articolo che il ‘Financial Times’ dedica in prima pagina alla notizia delle possibili dimissioni dell’ad della «più grande banca italiana per quantità di asset». Le dimissioni di Alessandro Profumo «sono attese» nel corso del cda straordinario di oggi. Il presidente Dieter Rampl «dovrebbe assumere – si legge nell’articolo – il doppio ruolo di presidente e ad della banca» fino all’arrivo di un successore di Profumo che «potrebbe assumere l’incarico prima di Natale, secondo quanto sostengono fonti vicine alla banca».
Ore 10.48. La vicenda degli investimenti libici nella banca (il 7,5% complessivi) sui giornali di Tripoli. «Unicredit ha convocato un vertice le critiche alla quota libica, Profumo si dimetterà», scrivre ‘Libia Alyoum’ (Libia Oggi), sulla stessa linea ‘Arqam’ (numeri): «Unicredit ha convocato un vertice per le critiche agli investimenti libici». E ‘Oya’, il giornale del figlio di Muammar Ghaddafi, Saif Al Islam, parla di «preoccupazioni italiane per un aumento della quota libica».
«Libia 24» parla invece delle spiegazioni fornite dalla Banca centrale libica su richiesta di Consob e della Banca d’Italia sull’investimento nella granda banca italiana. «La Banca Centrale lilbca si mobilita per evitare una crisi con Unicredit», scrive«. Della vicenda parlano anche giornali panarabi. Così »Al Aswaq Al Arabiyà (un giornale economico) afferma che «i grandi soci Unicredit temono i libici perché potrebbero diminuire il loro potere». E un altro grande giornale panarabo ‘Asharq Al-Awsat’, sostiene che la Lega Nord «sta chiedendo alla Libia di ridurre la propria quota», una notizia rilanciata anche da tre giornali libici, ‘Lybia Press’, il già citato ‘Libia Alyoum’ e ‘Lybia Online’. Tutti citano espressamente il sindaco leghista di Verona Flavio Tosi, che maggiormente aveva protestato contro l’aumento della presenza libica in Unicredit. Unico titolo ‘positivò è del quotidiano libico ‘Annabaà, che in una scheda sui rapporti italo-libici dall’occupazione italiana del 1911 a oggi afferma: «nemici di ieri, soci di oggi».
Ore 9.01. Il titolo Unicredit in apertura segna un calo del 3,20% a 1,88 euro.
Ore 8.56. L’amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo arriva nella sede dell’istituto. Il manager ha evitato l’incontro con i giornalisti scendendo dalla macchina e infilandosi rapidamente in un ingresso diverso da quello principale dove tutti lo aspettavano. In Piazza Cordusio hanno fatto il loro ingresso anche i vice ad Roberto Nicastro e Sergio Ermotti e Vincenzo Calandra Bonaura, uno dei quattro vice presidenti.
Ore 08.33 Il cda straordinario di Unicredit convocato nel tardo pomeriggio, alle ore 18, avrà all’ordine del giorno: «determinazioni inerenti l’amministrazione e la direzione della banca e rapporti con il top management».