Sulla ‘scalata’ libica di Unicredit sarĂ il Comitato strategico del gruppo a valutare. Con ill 2% il fondo sovrano Lia (Lybian Investment Authority) è entrato in Unicredit, ma giĂ una quota del 4,98% era della Banca centrale libica.
Adesso quindi la nuova struttura passerĂ all’esame dei soci. Fra gli azionisti perĂ² sono sorte delle questioni giĂ lo scorso mercoledì: “Dell’operazione non sono stati informati preventivamente nĂ© gli azionisti, nĂ© il presidente Dieter Rampl”, scrive il sole 24 Ore.
Rampl infatti ha giĂ mandato una lettera alla Banca d’Italia epr segnalare la mancanza di trasparenza. Gianni Borghi, presidente della Fondazione Manodori di Reggio Emilia, che ha poco piĂ¹ dello o,8% diUniCredit, dice: “In passato dice i libici si sono rivelati investitori oculati e se il loro è uninvestimento sul futuro della banca, non dovrebbero esserci problemi”.
Il punto perĂ² sarebbe il ruolo che vogliono ricoprire i rappresentanti di Tripoli perchĂ© per alcuni risulta “difficile pensare, osservano diverse fonti, che il fondo sovrano libico e la Banca centrale diTripoli non facciano capo a un unico soggetto, cioĂ© il governo di Tripoli”, scrive il Sole 24 Ore.
