MILANO – Unipol, utile in calo nei primi nove mesi del 2016: il gruppo assicurativo segna un utile di 438 milioni di euro, in diminuzione del 26% sul 2015 (quando il conto economico aveva beneficiato di “rilevanti plusvalenze” legate allo smobilizzo di titoli di Stato italiani) ma al di sopra delle attese degli analisti. In calo anche gli utili della controllata UnipolSai, che hanno chiuso il terzo trimestre a 427 milioni di euro, in calo del 29% sul 2015 ma oltre il consensus.
Entrambi i gruppi, che hanno definito “marginale” l’impatto sui conti del terremoto che a fine ottobre ha nuovamente squassato il centro Italia, hanno confermato di attendersi “un risultato positivo” per fine anno, “salvo eventi eccezionali ad oggi non prevedibili”.
In conference call l’amministratore delegato Carlo Cimbri ha chiarito di avere un’esposizione insignificante (“qualche milione di euro“) in bond subordinati Mps e ha fatto il punto sull’accordo di bancassurance con il Banco Popolare, con cui è in piedi la joint-venture Popolare Vita.
Unipol, che ha una quota di circa il 2% nell’istituto veronese, sta negoziando il prolungamento dell’accordo che scadrà a fine 2017. Il termine per trovare un un’intesa è fissato al 31 dicembre di quest’anno, quando scade l’opzione di vendita della quota da parte di Unipol. “Stiamo discutendo con Popolare Vita, vedremo anche tenendo conto dell’attuale situazione di mercato nel vita e dell’interesse della compagnia a distribuire prodotti in questi scenari” ha detto Cimbri, dicendosi disponibile a supportare “con una partecipazione azionaria” la costituzione di un nocciolo duro di azionisti che diano stabilità alla ‘public company’ che nascerà dalla fusione tra il Banco e Bpm.
Resta invece in stand-by il tentativo di conferire Unipol Banca in un istituto più grande in cambio di una partecipazione finanziaria. “Ad oggi non vediamo situazioni bancarie che meritino o che siano compatibili con la nostra strategia” ha detto Cimbri, che ha escluso cessioni “monstre” di crediti deteriorati, puntando invece su una strategia di recupero delle garanzie sui prestiti incagliati.
Nonostante il calo dei premi (-7,8% a 11,1 miliardi per Unipol e -11,1% a 9 miliardi per UnipolSai) e la flessione dell’utile, gli analisti hanno apprezzato un “solido set di risultati” conseguito in uno scenario difficile, ha detto Banca Imi, mentre la banca “conferma un trend discendente del totale dei crediti deteriorati lordi” (da 3,86 a 3,79 miliardi nel trimestre).
“Sono buoni risultati, che in termini di utile prima delle tasse battono le nostre attese in tutti i segmenti di business”, conferma Banca Akros, secondo cui UnipolSai è ben avviata per centrare gli 1,4-1,6 miliardi di utili cumulati nel triennio 2016-2018 promessi dal piano industriale. Continua intanto la riduzione dell’esposizione in titoli di Stato italiani, scesa di 600 milioni nell’ultimo trimestre.