Usa, crisi: Le compagnie aeree e la scienza dell’overbooking

Anche se le compagnie aeree hanno ridotto il numero dei loro voli riuscendo così a riempirli di un maggior numero di passeggeri, nell’ultimo decennio hanno talmente perfezionato i loro computer da poter sapere quali passeggeri prenderanno l’aereo prenotato e quanti invece non lo faranno. In questo modo hanno perfezionato la scienza dell’overbooking.

Lo scorso anno, negli Stati Uniti ogni 10 mila passeggeri sui voli domestici 13 sono stati privati dei loro posti prenotati (una pratica chiamata bumping), ovvero 762.422 su un totale di 582 milioni. Nel 1999 la percentuale era stata di 20 passeggeri ogni 10 mila, secondo i dati forniti dal ministero dei Trasporti. Nel 90 per cento dei casi, le aviolinee hanno trovato volontari che hanno rinunciato al loro posto in cambio di forme di compenso.

Le aviolinee sostengono che devono ricorrere all’overbooking per assicurarsi nei confronti di passeggeri che prenotano e poi non si presentano. Per un settore che cerca disperatamente di tornare al profitto dopo aver perso 60 miliardi nell’ultimo decennio, un posto vuoto al momento decollo significa una sola casa: entrate perse.

Così le aviolinee stanno dando un giro di vite ai metodi usati per le prenotazioni. La maggior parte di esse, per esempio, richiedono ai passeggeri di comprare il biglietto entro 24 ore dal momento della prenotazione, costringendo i viaggiatori a mantenere la prenotazione o rischiare multe per cambiare il biglietto.

Le aviolinee hanno investito notevoli somme per acquistare i più moderni software con cui poter prevedere quanti passeggeri prenderanno in effetti il posto prenotato. Studiano quanto avvenuto in passato su rotte specifiche, l’ora del giorno, se ci sono giornate di festa, che tipo di biglietto è stato acquistato e quanti passeggeri di business class sono prenotati con biglietti rimborsabili.

Dice Ron Casey, vice-presidente della gestione delle entrate all’American Airlines: ”Con un comparto nelle nostre condizioni finanziarie, abbiamo dovuto escogitare metodi per diventare più efficienti”. E aggiunge: ”Tramite una miglior comprensione dei nostri sistemi di prenotazioni, American Airlines ricorre solo al 5 per cento di overbooking dei suoi posti, contro il 12 per cento di dieci anni fa’.

La compagnia ha dichiarato che nel 1999 aveva una media del 72 per cento di posti occupati e del 35,2 per cento oversold ogni 10 mila posti. Lo scorso anno i posti occupati sono stati l’82 per cento e la percentuale di oversold e’ sceso all’8,3 per cento ogni 10 mila passeggeri.

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lgermini