Tempi di vacche magre in America: la prima potenza economica del mondo è alle prese con un deficit enorme e una spesa fuori controllo, fattori che mettono a rischio il benessere delle famiglie e la crescita del paese. Di fronte a questa situazione, il governo Obama ha compreso la necessità di tagliare le spese in vari settori dell’amministrazione. Perfino un dipartimento storicamente “viziato” come quello della Difesa dovrà nei prossimi mesi prepararsi ad una cura dimagrante, o perlomeno controllare le spese in uscita.
E’ il sistema Tricare a trovarsi sotto la lente di ingrandimento degli esperti finanziari del Pentagono. Con questo nome si indica l’assicurazione medica che, a prezzi estremamente favorevoli, e con numerosi vantaggi, il Pentagono mette a disposizione di tutti i dipendenti della Difesa e dei membri delle loro famiglie, compresi i pensionati. Lo sforzo economico che il programma comporta per le finanze del Dipartimento è molto ingente quando si considera che la Difesa è il più grande datore di lavoro del paese.
Secondo alcuni, le spese legate al sistema assicurativo possono minare l’efficienza e la capacità operativo dello stesso esercito. «Nel lungo periodo, questa situazione potrebbe limitare l’abilità di mettere in campo un esercito di livello adeguato»- sostiene Todd Harrison, ricercatore al Centro per le Valutazioni Strategiche e di Bilancio in Washington. Se dieci anni fa, Tricare costava allo stato 19 milioni di dollari, oggi sono diventati 50 e, secondo le stime, tra cinque anni saranno 65 milioni. Nel frattempo, d’altro canto, le tariffe non sono aumentate e al giorno d’oggi, per accedere ai servizi di Tricare, bastano 460 dollari all’anno, una somma risibile se paragonate a numerose assicurazioni private.
Nonostante l’urgenza di correttivi al budget della Difesa, la riforma del sistema Tricare rischia di scontrarsi con alcuni ostacoli. In America quando si parla dei veterani, si tocca una corda estremamente sensibile, una causa che trova facilmente sostenitori, in entrambi i partiti. La riforma del sistema assicurativo Tricare era prevista da tempo, ma il gruppo trasversale pro-veterani è riuscito a metterla in stand-by. Già nel 2008, lo stesso Robert Gates, attuale Segretario della Difesa, aveva proposto un aumento delle tariffe graduale e condizionato al reddito di ogni singolo beneficiario. Allora il congresso rifiutò, preoccupato di attirarsi l’immagine di un governo disposto a peggiorare la situazione dei suoi militari. Oggi l’amministrazione Obama sembra infine pronta ad accettare la riforma.
Normale dunque che i gruppi di veterani e le lobby degli officiali militari siano in allerta. Una delle più potenti di queste, l’Associazione degli Ufficiali Militari d’America sta preparano una campagna mediatica che si concentrerà su quello che chiama “la promessa tradita” tra la nazione e il popolo che la difende. «Non chiedere ai ragazzi che hanno fatto cosi tanto per questo paese, che sono stati chiamati al dovere fin dal 11 settembre, di essere i primi a dare di più»- dice Norbert R. Ryan Jr. un vice-ammiraglio in pensione, vice-presidente dell’Associazione. Riguardo al generoso sistema Tricare, Ryan dice che «chiunque può fare questo affare – basta recarsi in un ufficio reclutamento e firmate per l’Iraq o l’Afghanistan».