Vegas: "Rischi dai nuovi aumenti di capitale a breve"

ROMA, 2 FEB – ”Al momento attuale la prospettiva di ulteriori aumenti di capitale fortemente diluitivi rischierebbe non solo di rendere piu’ difficoltosa la raccolta di nuovo capitale da parte delle banche, ma di determinare un clima di sfiducia tra gli investitori che potrebbe compromettere l’attrattiva del nostro mercato azionario”. Lo ha detto, in audizione al Senato, il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, ipotizzando che le ricapitalizzazioni possano ”essere realizzate su un arco temporale piu’ ampio”.

Vegas sostiene che ”naturalmente le banche non debbano rinunciare a rafforzare la propria struttura patrimoniale. Si potrebbe pero’ riflettere sulla possibilita’ di consentire che le operazioni di patrimonializzazione, sia quelle relative ad aumenti di capitale, sia quelle di asset management, possano essere realizzate du un arco temporale piu’ ampio e con scadenze meno ravvicinate”.

In primo luogo, spiega audito in Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui rapporti tra banche e imprese, cio’ permetterebbe alle banche di portare a termine ”aumenti di capitale in fasi positive del ciclo di Borsa, effettuando piu’ facilmente operazioni di importo consistente e con ridotto effetto diluitivo. Operazioni recenti testimoniano infatti come il mercato azionario non sia in grado, nell’attuale fase congiunturale di assorbire aumenti di capitali per importi rilevanti senza influire sull’ordinato andamento delle negoziazioni e di tutela dei piccoli azionisti”.

A parere di Vegas, inoltre, ”in secondo luogo una tempistica meno stringente potrebbe consentire alle banche maggiore flessibilita’ nel realizzare operazioni di cessioni di asset che richiedono tempi necessariamente lunghi”.

Infine, il presidente della Consob fa rilevare che ”si allevierebbe il problema della sovrapposizione delle operazioni di aumento di capitale o di cessioni di asset con ulteriori operazioni, che pure si concentrano nei prossimi mesi, legate al rifinanziamento del debito pubblico e della raccolta obbligazionaria delle stesse banche”.

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Daniela Lauria