L’Unione Europea ha dato il primo via libera all’accordo di libero scambio con la Corea del Sud. Il disco verde è stato dato dalla commissione competente del Parlamento europeo. Se l’intesa dovesse andare in porto, ci sarebbero conseguenze nel mercato automobilistico. Lo rivela Ivan Hodac, segretario generale dell’Associazione europea dei costruttori auto. «Dieci impianti di produzione sono in pericolo», ha detto l’esponente dell’Acea.
La preoccupazione è dettata dall’abolizione delle tariffe all’importazione sia dall’Europa alla Corea, che dalla Corea all’Europa. Attualmente, il dazio è del 10%. Quindi, se va via la tariffa doganale, i prezzi delle auto coreane potrebbero calare del 15 per cento rispetto ai prezzi attuali. Con seri rischi per la produzione automobilistica europea. Lo ammette la stessa Commissione che ha negoziato l’accordo. Nel dossier, si parla di 30.000 posti a rischio, soprattutto nel segmento delle piccole-medie vetture, le cosiddette utilitarie, tra cui la Panda, che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) approdare a Pomigliano.
L’abolizione dei dazi sui prodotti coreani, cifre alla mano, è un vantaggio per la Corea. Se appena l’1 per cento delle vetture europee viene venduto in Corea, il 25 per cento delle vetture coreane viene piazzato sul mercato. In altri termini, 540 mila auto realizzate in Corea del Sud vengono vendute ogni anno in un mercato di 500 milioni di consumatori, mentre solo 32 mila automobili europee sono acquistate da 50 milioni di coreani.