Slot machine, videopoker, casino online: sono i nuovi strumenti della mania del gioco, la ludopatia. La febbre del rischio diventa una vera e propria mania, un’ossessione per il gioco d’azzardo che in Italia “costa” 500 euro di media a persona: è il quinto business dopo Fiat, Telecom, Enel e Ifim. E lo Stato non intende rinunciare a quella che considera una gallina dalle uova d’oro. In tempi di crisi gli scrupoli etici forse si possono nascondere sotto il trappeto, l’importante è fare cassa.
Non stupisce, quindi, che, a fronte dell’allarme sociale causato dal gioco d’azzardo, il governo stia mettendo a punto un nuovo maxi piano di liberalizzazioni e incentivi. Una pioggia di gare, un miliardo di euro di gettito previsto. E’ questo, secondo fonti governative interpellate da Agipronews, il quadro del nuovo intervento normativo previsto dall’Esecutivo e che vedrà’ la luce nei prossimi giorni attraverso un maxiemendamento da presentare in Commissione Bilancio della Camera.
Il testo, su cui i tecnici dell’Economia stanno ancora lavorando, prevedrebbe la delega ai Monopoli di Stato per la realizzazione di almeno quattro procedure europee, da cui ci si attendono cospicue entrate per l’Erario: verranno messe a bando 200 licenze online, la gestione dei giochi a consumo a estrazione differita da giocare nei supermercati (il cui decreto attuativo è già stato inviato a Bruxelles nei giorni scorsi), l’assegnazione di 2.000 agenzie di scommesse e nuove concessioni per gli apparecchi da intrattenimento.
Inoltre verranno poste le basi per una modifica della norma che – attraverso una serie di vincoli legislativi e economici – rende al momento impraticabile il varo di un network legale di sale da poker ”live”. Una volta modificate con una legge primaria le condizioni poste dalla legge comunitaria 2008, che essenzialmente impediscono ai gestori il fine di lucro dell’attività, stabiliscono un ”modico valore” per le quote di partecipazione acquistabili dai giocatori e limitano fortemente il numero di tornei, ministero dell’Economia e Viminale potranno emanare gia’ nei primi mesi del 2011 un decreto che dia il via alle procedure di selezione dei locali e dei concessionari cui sara’ consentito di gestire poker room sul territorio.
Se prima c’era solo totocalcio, lotto e scommesse ippiche oggi, secondo lo studio Gioco e giovani del Rapporto 2009, della società Nomisma di Bologna, le possibilità di gioco legale sono aumentate esponenzialmente. Negli anni Novanta erano tre le occasioni, oggi sono 15 grazie proprio a sale scommesse e slot machine che sono 300mila.
«A dispetto della crisi economica, nel 2009 il settore dei giochi pubblici ha raccolto 54,4 miliardi di euro, una cifra pari al 3% del Pil italianoe nel 2010 le previsioni sono intorno al +10% nel primo semestre. L’esplosione di questo mercato è legata a tanti fattori, primi fra tutti liberalizzazione del mercato e ampliamento di modalità di gioco che hanno portato al settore nuovi operatori e innovazione», spiega Silvia Zucconi, responsabile Osservatorio Gioco & Giovani, Nomisma di Bologna .
«La mania del gioco ha mille sfumature ed è un fenomeno che negli ultimi dieci/quindici anni è cresciuto in modo esponenziale con un incremento di business sbalorditivo per le casse dello Stato. Stiamo parlando di un esercito di potenziali malati di gioco che va da 900 mila a quasi 2 milioni di italiani», spiega al Corriere della Sera Achille Saletti, presidente dell’associazione Saman che si occupa di prevenzione delle dipendenze e della ludopatia.
«Le entrate derivanti dai giochi si stimano intorno al 7,1 % (pari a 7,2 mld di euro) e il mercato italiano rappresenta il 9% di quello mondiale. Di fatto alcune regioni come la Sicilia, la Campania, la Sardegna e l’Abruzzo, investono nel gioco il 6,5% del reddito e in Italia sono coinvolti in questo meccanismo i più deboli», dice Roberto Zerbetto, presidente di Alea (Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio) e direttore scientifico di Orthos, l’associazione che ha come scopo principale lo studio e la ricerca applicata alla dipendenza dal gioco d’azzardo.