Alla voce “commissione bancarie” il conto corrente può rilevare spiacevoli sorprese, soprattutto a dicembre: circa 111 euro. Il calcolo lo ha fatto l’Università Bocconi di Milano per il Corriere Economia.
“Nell’estratto conto di dicembre viene messo tutto, perciò è particolare – dice Stefano Caselli, docente di economia degli intermediari finanziari in Bocconi, che ha curato l’indagine -. Dal nostro esame risultano evidenti, però, due cose: lo sportello si conferma il canale distributivo più costoso. E con i tassi attivi così bassi l’uso del conto corrente ha ormai costi nettamente superiori ai ricavi”.
Come si legge sul Corriere della Sera: “Le commissioni sul conto corrente possono sembrare «peanuts», noccioline, ma messe tutte in fila diventano una somma importante, come le monetine di Zio Paperone. Se poi si aggiungono le spese dovute per le operazioni di chiusura mensile del conto – cioè gli interessi attivi (nel nostro caso, solo 6 centesimi di euro!) e quelli passivi (80 centesimi), la commissione per il fido (10 euro) e le spese di liquidazione (5 euro), quelle per ogni riga di scrittura (27 euro nei conti considerati, senza forfait), il canone per l’home banking (2 euro) e la quota mensile dell’imposta di bollo (2,85 euro) – il costo complessivo s’impenna da 111,70 a 159,29 euro. Con una forbice dei tassi che resta apertissima: il rendimento medio del conto esaminato è dello 0,10%, contro un tasso d’interesse passivo del 12,50%”.
L’indagine ha preso in considerazione conti correnti ordinari in 12 banche: Ubi, Mps, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bnl, Credem, Banca Sella, Carige, Cariparma, Banco Popolare, Antonveneta, Bpm.