Le rivelazioni sull’Italia non sono una novità, ma finora erano state limitate a discorsi di specialisti come il professor Gustavo Piga e in entrambi i casi nell’ambito del Coucil of Foreign Relations, una quasi centenaria istituzione americana, molto addentro alle segrete cose del mondo, ma di scarso sex appeal per il grande pubblico. Se ne parlò nel 2001, ma l’aggiustamento dei conti risale agli anni 1996 e 1997, quando l’Italia doveva ridurre i propri debiti per aderire all’Euro. All’epoca presidente del Consiglio era Romano Prodi, ministro del Tesoro era Carlo Azeglio Ciampi e ministro delle Finanze Vincenzo Visco.
Se ne occupò anche Financial Times, sempre nel 2001, scrivendo che, anche se nel 1996 l’Italia registrava un deficit di bilancio del 6,5 per cento del Pil, oltre il doppio di quello permesso da Maastricht, “nel 1999, anno del lancio della moneta unica, l’Italia aveva ridotto il deficit al di sotto del 2 per cento”.
Secondo il rapporto pubblicato dal Council on Foreign Relations, il fenomeno avrebbe avuto connotati molto preoccupanti perche rivelatore della possibilità che altri artifici del genere sarebbero stati messi in atto ai tempi anche da altri paesi. Seguiva una esortazione a vigilare di più sul mercato dei derivati dal momento che “tali abusi potrebbero continuare”.
Prodi fece il diavolo a quattro, disse che erano tutte balle. Berlusconi era tornato al Governo, ma cavalcare lo scandalo non gli conveniva, perché con il cerino in mano sarebbe rimasto lui. Dichiararono ufficialmente sia il Tesoro italiano sia le autorità di Bruxelles che l’operato dell’Italia aveva superato l’esame di Eurostat, cui compete la valutazione dei criteri per il calcolo del debito pubblico dei paesi europei che ne aveva certificato la regolarità. I giornali non capirono la vicenda. La storia morì lì.
