ROMA – Whirlpool si siede al tavolo ma conferma che il suo piano, con 1.350 esuberi, investimenti per 500 milioni in quattro anni e la chiusura di tre stabilimenti, ”è il migliore possibile”. Nella vertenza Whirlpool, dopo che la settimana scorsa i sindacati avevano abbandonato il tavolo, le parti hanno accettato la proposta del Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi di avviare un confronto “senza pregiudiziali” sul piano industriale della multinazionale degli elettrodomestici. Sul tavolo tornerebbe anche il tema dello stabilimento di Carinaro, in provincia di Caserta, che con i suoi 815 lavoratori a rischio rappresenta il punto più delicato.
Il primo appuntamento è previsto per mercoledì al Mise. Il ministro Guidi durante l’incontro ha spiegato che il piano presentato è solo un punto di partenza e lo considera rivedibile, confermando la propria contrarietà a ulteriori esuberi rispetto all’accordo del 2013 che ne prevedeva 940. Al tavolo anche il sottosegretario al lavoro Teresa Bellanova che parla di “vertenza non semplice” e sottolinea che l’obiettivo è quello di “salvaguardare il futuro di tutti i lavoratori, compresi i 1350 individuati come esuberi”.
Nonostante le aperture al dialogo è chiaro che gli spazi per mediare sono stretti. L’Ad di Whirlpool Italia Davide Castiglioni ha infatti assicurato di essere pronto “al confronto su tutti i punti del piano, anche su Carinaro” aggiungendo però che “per noi questo resta il piano migliore possibile”. Posizioni molto diverse invece dal fronte sindacale dove le possibili chiusure sono considerate la linea del Piave.
“Non siamo e non saremo disponibili per nessun motivo a fare accordi che prevedano chiusure e licenziamenti”, le parole a caldo del segretario generale Uilm Rocco Palombella a cui fa eco il responsabile industria Cgil, Salvatore Barone: “la disponibilità al confronto senza pregiudizi deve ora trovare una sua concretizzazione nella definizione di un piano industriale che escluda ogni possibile chiusura di siti”.
Sindacati sul piede di guerra anche contro la catena di supermercati francese Auchan. Alla richiesta di mobilità per 1.500 lavoratori hanno risposto con uno sciopero in tutta Italia per il 9 maggio, senza escludere mobilitazioni anche prima di quella data.