Evitare di finire come la Grecia. A questo è servito sostianzialmente l’incontro tra il primo ministro spagnolo Josè Zapatero e il leader dell’opposizione Mariano Rajoy. I due hanno parlato per quasi 3 ore affrontando in modo approfondito sia la situazione in Grecia dopo l’attivazione del piano di salvataggio negoziato da UE e FMI che la ristrutturazione delle casse di risparmio spagnole .
“La Spagna rispetterà strettamente il suo piano di riduzione del deficit pubblico” ha detto Zapatero nel tentativo di fugare i timori diffusi sui mercati sul rischio che il paese iberico possa piombare in una crisi simili a quella della Grecia.
“Il governo sta già provvedendo a ridurre la spesa pubblica di circa 5 miliardi di euro nel 2010”, ha sottolineato ancora Zapatero annunciando una nuova legge finanziaria prevista per il prossimo autunno.
L’incontro e la prossima riforma finanziaria sono misure di emergenza prese dopo le notizie dei giorni scorsi secondo le quali la fiducia degli investitori spagnoli, contagiati dalla crisi greca, vacilla e i capitali privati iniziano a prendere la strada dell’estero.
Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa nei giorni scorsi, la Banca di Spagna avrebbe infatti avviato un’indagine per monitorare un principio di fuga di capitali oltre confine. Rimasti ignoti per ora i dettagli del fenomeno: non si conosce né la quantità di questo “tesoro” volatilizzatosi, né la direzione presa da questi capitali, anche se i principali gestori patrimoniali tendono a minimizzare la cosa.
La crisi spagnola, dalla quale è scaturito un livello di disoccupazione senza precedenti, ha portato anche ad un netto calo della fiducia degli spagnoli in Zapatero. Lo spettro della Grecia è dietro l’angolo ma il tentativo di riforme e l’incontro straordinario col leader dell’opposizione (cosa che non accadeva da 2 anni), sembrano bastare per tranquillizzare il premier iberico. In fin dei conti in Grecia non ci provarono in maniera così determinata.