ROMA – “Della Valle a Rcs? Vedo qualche conflitto d’interesse”: a dirlo è Tarek Ben Ammar, imprenditore francotunisino consigliere di Mediobanca e di Telecom, amico da sempre di Silvio Berlusconi.
In un’intervista a Paolo Madron per il Corriere della Sera, Ben Ammar giudica negativamente la lite a distanza tra Diego Della Valle e Cesare Geronzi: “Non amo la polemica pubblica tra un presidente e un amministratore, i panni sporchi si lavano in famiglia, dice. E su Della Valle aggiunge: “Ma perché dice di credere nel futuro della Rcs e di essere pronto a investirci più soldi e poi chiede a Generali, che di Rcs è azionista, di venderà la sua quota? Mi sembra un controsenso”.
In difesa di Geronzi, l’imprenditore tunisino sottolinea: “In Generali il potere operativo lo ha Giovanni Perissinotto, non Geronzi. Leggo sui vostri giornali che alcuni amministratori si stanno interrogando sulla congruità di certe operazioni fatte in Russia e con il finanziere Kellner. Se fossi Della Valle mi preoccuperei più di quelle che di Rcs”. E poi: “La partecipazione della compagnia in Rcs risale a molto tempo prima che Geronzi ne diventasse presidente. Sul tema poi penso che Diego potrebbe essere sospettato di un piccolo conflitto di interessi”.
“Lui è azionista di Rcs, ma non di Generali. Come amministratore di Generali ha diritto di parlare, ma in consiglio. E come socio di Rcs può parlare, ma non alimentare il sospetto di farlo per il proprio interesse. Anche se ammetto che la società convive con un peccato originale: l’avere un patto di sindacato che vincola quasi il 70% delle azioni di una compagine con troppi soci”.
“Un giornale deve avere un editore, non 17. Se Della Valle vuole il Corriere chieda lo scioglimento del patto e se lo compri. Faccia l’editore, mestiere che gli piace particolarmente. Se usciamo tutti dal patto Rcs io sono perché lo faccia anche Mediobanca”.
Parlando poi delle vicende che hanno coinvolto il suo paese e stanno toccando ora la Libia, e in particolare la questione dei fondi sovrani, denaro che non puzza, secondo lui: “Trovo ipocrita scoprire solo adesso che non c’è democrazia nei paesi dei fondi sovrani arabi, specie in quelli che come produttori di petrolio fanno affari con l’Occidente. Per non dire di altri paesi, come Russia, Cina e Iran”.