Caldaie: impara a limitarne i consumi

ROMA – Come tutti gli elettrodomestici, anche le caldaie possono essere classificate secondo la loro efficienza energetica. Per questi apparecchi esistono 4 classi di rendimento, che vanno da 1 a 4 stelle.

Quelle che convengono di più, perché sprecano meno energia, sono le caldaie a 4 stelle: infatti hanno i più alti rendimenti di combustione, sia alla potenza termica massima sia al 30% della potenza nominale. Questo comporta un risparmio energetico più elevato.

Installare una caldaia significa spendere di più all’inizio, risparmiare sul lungo termine, perché i costi di partenza vengono ammortizzati nel tempo.

Esistono due tipologie di caldaie ad alto rendimento, quelle a premiscelazione e quelle a condensazione.

Le caldaie a premiscelazione sono dotate di un particolare bruciatore in cui la combustione avviene sempre in condizioni ottimali, grazie al perfetto bilanciamento fra gas metano (combustibile) ed aria comburente. In questo modo, il rendimento si mantiene costante al di sopra del 90% a qualsiasi potenza (quindi anche nei periodi non particolarmente freddi, quando cioè la potenza necessaria è minore di quella nominale).

La tecnologia a premiscelazione garantisce rendimenti elevati su tutto il campo di modulazione (e quindi un utilizzo ottimale del gas) e assicura un consumo inferiore del 10% rispetto a una caldaia tradizionale. Il vantaggio è sia economico che ambientale, visto che c’è una minore emissione di sostanze inquinanti.

Le caldaie a condensazione sono invece quelle con la tecnologia più avanzata disponibile ora come ora: dunque sono gli apparecchi più efficienti che il mercato possa offrire. La tecnologia utilizzata permette di recuperare parte del calore contenuto nei gas di scarico sotto forma di vapore acqueo, consentendo un migliore sfruttamento del combustibile e quindi il raggiungimento di rendimenti più alti.

Nelle caldaie tradizionali i gas combusti vengono normalmente espulsi ad una temperatura di circa 110°C e sono in parte costituiti da vapore acqueo. Nella caldaia a condensazione, i prodotti della combustione, prima di essere espulsi all’esterno, sono costretti ad attraversare uno speciale scambiatore all’interno del quale il vapore acqueo condensa, cedendo parte del calore latente di condensazione all’acqua del primario. In tal modo, i gas di scarico fuoriescono ad una temperatura di circa 40°C.

Qual è la conseguenza? La caldaia a condensazione, a parità di energia fornita, consuma meno combustibile rispetto ad una di tipo tradizionale. Infatti, la quota di energia recuperabile tramite la condensazione del vapore acqueo contenuto nei gas di scarico è dell’ordine del 16-17%.

Tale caldaia esprime il massimo delle prestazioni quando viene utilizzata con impianti che funzionano a bassa temperatura (30-50°C), come ad esempio i pannelli radianti.

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Alberto Francavilla