ROMA – L’impianto elettrico presente nelle nostre case è una struttura ramificata di fili elettrici che distribuisce l’elettricità a tutti gli apparecchi. Come le nervature che distribuiscono la linfa all’interno di una foglia si irradiano dalla sua attaccatura al ramo, così l’impianto di casa si sviluppa dal contatore elettrico.
Il contatore elettrico è di pertinenza dell’azienda distributrice di energia elettrica e assolve principalmente a quattro funzioni:
1 – stabilire il punto di allaccio tra la rete elettrica esterna (di distribuzione) e la rete interna all’abitazione (l’impianto);
2 – registrare i consumi;
3 – impedire il propagarsi di eventuali guasti dell’impianto a quello di altre abitazioni;
4 – limitare il prelievo di energia entro il valore massimo disponibile in base al contratto stipulato.
Nei vecchi contatori le diverse funzioni erano assolte da dispositivi separati (il contatore di energia vero e proprio e l’interruttore limitatore). Da parecchi anni è diffuso l’utilizzo di contatori integrati che riuniscono in un unico dispositivo entrambe le funzioni.
Il contatore scatta quando si preleva contemporaneamente una quantità di energia superiore a quella prevista dal contratto di fornitura, con una tolleranza del +10%. Pertanto, per i contratti da 3 kW, di gran lunga i più diffusi per le abitazioni, è possibile prelevare senza limiti di tempo fino a 3,3 kW.
Per i contatori elettronici, sulla base di un accordo siglato con le Associazioni dei consumatori il 5 febbraio 2003, viene data la possibilità di prelevare fino a 4 kW per circa tre ore. L’interruttore scatta dopo due minuti di prelievo di una potenza superiore ai 4 kW.
