
ROMA – Enel chiude i primi nove mesi del 2015 con un risultato netto in crescita del 7,3% a 2.089 milioni di euro e ricavi in aumento del 3,6% a 55,9 miliardi. Il risultato netto ordinario, sul quale si calcola il dividendo, è in aumento del 42% a 2.641 milioni. Nel terzo trimestre l’utile netto è pari a 256 milioni (-9,2%). Consistente (-43%) è la flessione dell’utile operativo nel terzo trimestre, che risente in particolare delle perdite di valore degli asset di generazione russi e rinnovabili romeni: la divisione energie rinnovabili, infatti, segna un calo dell’ebit del 79,8%.
Tornando ai primi nove mesi, i ricavi beneficiano non solo delle vendite di combustibili, gas e certificati verdi, i cui effetti hanno più che compensato le minori vendite di energia elettrica (-0,5%), ma anche della plusvalenza realizzata dalla cessione di Se Hydropower per 141 milioni di euro e dei proventi derivanti dall’acquisizione di 3Sun per 132 milioni di euro. La crescita è più consistente in America Latina (+15,8%) e Italia (+5,2%), mentre l’Europa dell’Est segna un calo del 9,9%.
Il risultato operativo, che è in flessione dell’11,7%, risente invece delle perdite di valore rilevate sulle attività materiali e immateriali per complessivi 1,6 miliardi (sugli asset di generazione russi e rinnovabili rumeni a seguito del mutare degli scenari di mercato e regolatori, e sugli impianti slovacchi). Guardando ai dati operativi, la produzione netta complessiva del Gruppo Enel nei primi nove mesi del 2015 è stata di 213,7 TWh (+1,5%), di cui 52,5 TWh in Italia e 161,2 TWh all’estero. In Italia si registra un decremento della produzione netta di energia elettrica di circa 1,6 TWh (-3%) rispetto allo stesso periodo del 2014.
La produzione netta all’estero registra un aumento di 4,8 TWh (+3,1%): l’incremento è riconducibile alla maggiore produzione degli impianti nella Penisola Iberica (+4,2 TWh, principalmente per le attività di Endesa) ed in America Latina (+1,8 TWh, principalmente per le attività di Enel Green Power), connessa anche ad un incremento della domanda sia nel sistema peninsulare spagnolo (+2,6%) che in America Latina.
Il cda Enel ha inoltre condiviso l’opportunità di utilizzare la rete elettrica gestita in Italia da Enel Distribuzione per la realizzazione di una infrastruttura in fibra ottica accessibile a tutti gli operatori di tlc” e la costituzione di un’apposita società per azioni.
L’indebitamento finanziario netto dell’Enel, al 30 settembre 2015, è pari a 39.357 milioni, in aumento rispetto ai 37.383 del 31 dicembre 2014. L’incremento, si legge nella nota sui conti, “è sostanzialmente connesso agli investimenti del periodo, al pagamento dei dividendi e all’andamento dei tassi di cambio”. L’Enel conferma comunque la politica dei dividendi grazie al contributo delle operazioni straordinarie in corso e al cash flow generato dall’attività operativa.
“E’ all’esame dei rispettivi cda una ipotesi di integrazione societaria delle attività di Enel Green Power all’interno della Capogruppo Enel”, conferma Enel. Sono anche previste ulteriori dismissioni di asset non strategici entro la fine del 2015. Inoltre, “prosegue attivamente il programma di riorganizzazione delle attività in America Latina per semplificarne la governance e promuovere la creazione di valore per tutti gli azionisti”.
Soddisfatto l’amministratore delegato Francesco Starace: “Siamo in grado di confermare i target finanziari annunciati al mercato per l’esercizio 2015”.
“La resilienza del nostro business in Italia e nella penisola Iberica – prosegue Starace – assieme alla buona performance di America Latina e rinnovabili, hanno trainato i risultati di Enel nei primi nove mesi del 2015, durante i quali abbiamo installato 1 GW di capacità rinnovabile. La combinazione di questi fattori ha più che compensato l’effetto cambi negativo che abbiamo registrato in America Latina e Russia sin da inizio anno. L’implementazione della strategia prosegue secondo i piani e persino in anticipo nella riduzione dei cash cost, nella generazione di cassa a supporto dell’incremento degli investimenti per la crescita e nel programma di rotazione degli asset”.
