LONDRA – Il BritNed, supercavo elettrico ad alto voltaggio (HVDC) costato 500 milioni di sterline, ha finalmente iniziato a trasportare energia elettrica fra Regno Unito e Olanda dopo cinque anni dall’inizio dei lavori. Lungo 260 chilometri, è in grado di sopportare un carico di 1.000 Mw. Ovvero l’energia prodotta da una centrale nucleare di medie dimensioni. Con BritNed la Gran Bretagna si connette alla rete europea e getta le fondamenta per uno sviluppo condiviso delle energie rinnovabili sulle sponde del Mare del Nord. ”L’elettrodotto – ha detto al Guardian Nick Winser, direttore esecutivo di National Grid – ci permetterà di accedere a un mercato più vasto. La possibilità di muovere energia attraverso le frontiere significa poter sfruttare meglio l’eolico, importando elettricità quando non c’è vento ed esportando quando c’è un surplus”.
”Si tratta di un enorme passo avanti”, ha sottolineato Louise Hutchins di Greenpeace. ”Manda un segnale ai produttori di energia rinnovabile: stiamo per iniziare a sfruttare il potenziale di una delle aree più ricche al mondo in termini di energie alternative, il Mare del Nord”. Lo scorso dicembre è stato infatti firmato un protocollo d’intesa fra tutti i 10 paesi che si affacciano sulle sue sponde per coordinare la posa di nuovi cavi HVDC e quindi massimizzare lo sfruttamento dell’eolico britannico, il solare tedesco e l’idrologico scandinavo.
Nuovi elettrodotti, con una capacità di trasporto pari a 10Mw, sono dunque allo studio e prevedono nuovi allacci con Francia, Norvegia e Belgio entro il 2020. Il progetto più ambizioso e però quello che unirebbe l’Islanda alla Scozia – permettendo così lo sfruttamento in Europa delle vaste risorse geotermiche dell’Isola dei vulcani. Si tratta infatti di una ‘campata’ unica da 1300 chilometri, mai tentata prima. Il governo islandese sta ragionando sulla sua fattibilità .
