MOSCA – Eni e Gazprom hanno trovato un accordo per la revisione dei contratti di fornitura di gas. Gli accordi “take-or-pay” tra i due gruppi, ossia quelle tipologie di intesa in cui specifiche clausole prevedono che l’acquirente si impegni in ogni caso ad acquistare un determinato quantitativo di materia prima a un prezzo prestabilito, dovevano essere rimodulati da tempo dopo il calo dei prezzi spot europei del gas sotto i livelli indicizzati, nei contratti a lungo termine, ai prezzi del petrolio.
Per raggiungere l’intesa, evidentemente migliorativa per l’Italia e retroattiva a tutto il 2011, l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, è volato a Mosca, dove ha incontrato il presidente di Gazprom, Alexy Miller. ”L’accordo – ha annunciato Eni – rappresenta un’importante tappa nella partnership strategica che lega Eni e Gazprom da oltre quarant’anni. Le due compagnie consolidano così la loro relazione commerciale contribuendo alla competitività del gas russo in Europa e al rafforzamento della sicurezza negli approvvigionamenti”.
Proprio quegli approvvigionamenti che invece, nella prima metà di febbraio, sono stati messi a dura prova dal gelo che ha investito il vecchio continente, causando un’emergenza a cui il colosso russo ha dimostrato di non saper far pienamente fronte. I contratti con l’Italia erano in attesa di revisione da tempo, così come quelli che Gazprom ha gia’ modificato con altri partner europei, da Wingas e Gdf Suez.
I contratti non sono stati però l’unico oggetto dell’incontro. Eni e Gazprom hanno infatti anche discusso del piano per l’avvio della costruzione del gasdotto South Stream entro dicembre 2012 (in base alla tabella di marcia che i russi hanno recentemente deciso di anticipare rispetto alla tempistica originaria), ”evidenziando come l’avanzamento del progetto stia avvenendo secondo il programma concordato”.
I gruppi hanno anche discusso la preparazione della documentazione necessaria per l’adozione entro novembre di quest’anno della Final Investment Decision (FID), ovvero del documento dettagliato preparatorio all’investimento, sul tratto offshore del progetto per il gasdotto. Al South Stream partecipano Gazprom al 50%, Eni al 20%, la tedesca Wintershall e la francese Edf al 15% a testa.
